Ma tu, quanta acqua mangi?

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di Eleonora Mollo

Quanta acqua mangiamo? Tra le mura domestiche spesso abbiamo solo la concezione dell’acqua che effettivamente utilizziamo per le faccende domestiche, quella che usiamo per lavarci o per cucinare: siamo più o meno consapevoli di quanta sia perché c’è, la vediamo. Esiste però un’altra acqua, quella di cui non siamo consapevoli di utilizzare, ma che ritroviamo in carne, cereali, caffè. E’ la cosiddetta acqua “virtuale”, quella che troviamo nel cibo oppure quella che viene usata per creare prodotti industriali. E’ l’acqua che, ad esempio, viene utilizzata per crescere un bel manzo oppure per allevare maiali, pecore, o coltivare. Ad aiutarci a visualizzare e capire quanta acqua sia effettivamente nascosta nel cibo ci aiuta Angela Morelli, information designer italiana trapiantata a Londra, che ha dedicato a questo importantissimo bene una parte consistente dei suoi studi.

Tutto iniziò cinque anni fa, quando cominciò a lavorare sul concetto di acqua virtuale – termine coniato da Tony Allan – e che la portò al progetto “The global water footprint of humanity”, che divenne poi la tesi finale del suo Master in Information Desing al Central St.Martin di Londra. Progetto successivamente premiato all’INDEX:AIGA Aspen Design Challenge “Designing Water Future”.

Da quel momento cominciarono a piovere gli inviti a convegni di ordine internazionale, dove per Angela veniva difficile non mostrare numeri infiniti di fogli, mappe e disegni, ma che le insegnarono la potenza delle parole associate a immagini forti. “Un anno fa ho cominciato a pensare di tradurre i miei discorsi in una visual story più corta, che ho chiamato infographic story. Ho iniziato a sentire l’esigenza di un nuovo progetto che, però, raggiungesse il più alto numero di persone. Questa storia avrebbe dovuto riassumere che cosa avessi scoperto riguardo l’acqua, incluse le ricerche portate avanti dal “Water Footprint Network” e dal libro scritto dal prof. Tony Allan sulla virtual water – dice Angela Morelli, che aveva molto chiaro il suo obiettivo e come raggiungerlo – Avevo nella mente molto chiare le informazioni che volevo comunicare e ho cominciato a scrivere una bozza. Volevo che fosse concisa. La sfida si è dimostrata più ardua di quanto mi potessi aspettare”. Sono state necessarie 15 versioni differenti prima di raggiungere lo scopo che si era prefissata, ovvero la semplicità e la chiarezza assoluta.

Dopo aver concluso lo storyboard, è arrivata la necessità di dare vita alle parole. Ad aiutare la designer ci hanno pensato gli italianissimi Basilico Interactive che aiutarono a sviluppare per il web quella che era il progetto comunicativo di Angela. Grazie al team bresciano e alla proficua collaborazione con Angela è nata la versione finale della infographic story che si può vedere su internet all’indirizzo www.angelamorelli.com/water. Un esempio efficace di comunicazione, chiaro e semplice, che all’inizio effettivamente lascia un pochino perplessi, anzi ci si domanda se per caso non ci sia un errore di sintassi. Via via nello scorrere le pagine si comincia a capire il reale concetto di virtual water, con numeri davvero impressionanti che magari modificheranno le vostre abitudini quotidiane.

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