di Annalisa Tancredi
E se il detto “l’erba del vicino è sempre più verde” si trasformasse in “La città del vicino ha alberi sempre più verdi”? A Bologna, entro il 2013, il cambiamento potrebbe diventare realtà grazie al progetto GAIA – Green Areas Inner City Agreement – che punta alla piantagione di 3 mila alberi sul territorio comunale attraverso una partnership sinergica tra enti pubblici e aziende private.
Promosso dal Comune di Bologna insieme a Cittalia – Fondazione ANCI Ricerche, Impronta Etica, Istituto di Biometeorologia – CNR e Unindustria Bologna, il progetto GAIA è cofinanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Life+ ed è volto a contrastare il deterioramento della qualità di vita urbana favorendo la crescita rigogliosa di nuovi alberi nelle aree verdi bolognesi.
Per frenare gli effetti del surriscaldamento globale è fondamentale agire sulle cause che incidono sulla qualità dell’aria, da ricercarsi soprattutto in fenomeni antropici come la produzione di gas serra – black economy e combustibili fossili – e la deforestazione. Nelle città la depurazione dell’aria può essere attuata dal verde urbano e la formula proposta da Gaia è il coinvolgimento di soggetti privati dell’economia locale che, interessati a compensare, anche in parte, le proprie emissioni di CO2, si impegnano a sostenere la piantagione di alberi specifici. Il risultato atteso è di sviluppare un modello di governance ambientale replicabile, fondato sulla corresponsabilità territoriale pubblico-privato e in grado di pianificare, anche a livello locale, politiche di riduzione della carbon footprint nelle città.
Una delle peculiarità di questo progetto è lo strumento di calcolo utilizzato per la stima delle compensazioni. Ce ne parla Simone D’Antonio, Ufficio Stampa di Cittalia – ANCI Ricerche.
“Il calcolo della CO2 risparmiata per ogni albero piantato è possibile attraverso un tool messo gratuitamente a disposizione delle imprese aderenti all’iniziativa. Sul sito www.lifegaia.eu è possibile ottenere maggiori informazioni su questo metodo di calcolo che consente alle imprese di conoscere esattamente in che modo compensare le emissioni di CO2 derivanti dalle proprie attività”.
La qualità di vita nelle aree urbane è un tema discusso in ambito comunitario e, un aspetto interessante di tale progetto, è la replicabilità dell’azione anche in altri comuni europei.
“Abbiamo promosso il progetto sia a livello nazionale che europeo, in particolare a Bruxelles nel corso dell’ultima edizione degli Open Days delle Regioni e delle Città organizzati da Commissione europea e Comitato delle Regioni. Molte città europee, come la capitale Ue dell’ambiente Vitoria-Gasteiz, hanno puntato sul verde urbano come fattore di crescita:”.
il modello di Gaia può certamente aiutare molti comuni a compiere questa scelta e ad impegnarsi per realizzare città più sostenibili sul piano ambientale, economico e sociale.
Avete già ricevuto delle manifestazioni d’interesse in Italia?
“Sicuramente c’è un forte interesse da parte di molte realtà italiane e straniere a replicare sul proprio territorio il modello di partenariato pubblico-privato. Bologna rappresenta senza dubbio una realtà virtuosa dove mettere in atto questo tipo di processi partecipativi. È più semplice rispetto ad altri contesti urbani, anche in un momento di crisi, ma tocca alle amministrazioni far capire a cittadini ed imprese che investire sul verde pubblico ha riflessi sulla qualità della vita, sul breve e lungo periodo”.