Scala Mercalli, in attesa della prossima puntata

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di Eleonora Cerulli

Da scorie radioattive a perdita della biodiversità, si sviluppa su 12 gradi di rischio ambientale la scala ideata da Luca Mercalli, sulla base degli studi di Johan Rockstrom (2009) e di William Steffen (2014) sui “confini planetari sicuri” (Planetary boudaries – a safe operating space for humanity).planet boundary
In attesa di scoprire quale rischio ambientale verrà affrontato nella prossima puntata, proseguiamo nel riepilogare i contenuti della precedente.

I “confini” del pianeta non sono certo una scoperta recente. Dagli archivi Rai l’attualissimo video di Aurelio Peccei, economista, che già nel 1975 allertava sui rischi della crescita, citando il famoso e criticato rapporto “I limiti dello sviluppo” commissionato dal Club di Roma, di cui faceva parte, al MIT.
Per determinare il consumo di risorse naturali rispetto alle loro capacità di rigenerazione è stato sviluppato un indicatore, l’impronta ecologica, che misura quanta superficie in termini di terra e acqua la popolazione umana necessita per produrre, con la tecnologia disponibile, le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti prodotti. Se continuiamo con l’attuale modello economico nel 2050 avremo bisogno di una Terra e mezzo!
Nello studio di Scala Mercalli un protagonista del Club di Roma, il Prof. Ugo Bardi dell’Università di Firenze, studioso dei limiti dello sviluppo, oggi impegnato, tra l’altro, sull’esaurimento dei minerali (“La Terra svuotata”, Editori riuniti).
Citando Seneca “La crescita è lenta, la rovina è rapida”, Bardi con il suo “dirupo di Seneca” sottolinea come oggi non abbia più senso di parlare di esaurimento, del rame ad esempio, perché prima di quel momento occorrerà fare i conti con i costi di estrazione, energetici e monetari.
Ma è possibile una “Prosperità senza crescita”? Mercalli lo chiede direttamente all’autore del libro, l’economista Tim Jackson, dell’Università del Surrey.
Ecco allora, dopo i problemi le soluzioni: parola chiave Transizione. Prima a Londra, nel quartiere di Brixton e poi in Italia Monteveglio (BO), per scoprire che la transizione non è tornare a vivere nelle caverne, ma non è nemmeno cambiare semplicemente una lampadina con quella basso consumo energetico. Transizione è un cambiamento culturale, verso un’economia sostenibile.

Fonte: www.scalamercalli.rai.it

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