Un dossier per comunicare le certificazioni ambientali

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certificare_symbolaOltre 450 nel mondo a cui si affiancano 12 new entry l’anno. È l’universo delle certificazioni e dei marchi ambientali, fatto di sigle semplici ed efficaci ma anche di poco comprensibili. Un mare magno composto da strumenti rigorosissimi che convivono con operazioni di puro greenwashing. In cui nuotano tante delle nostre imprese.  Con oltre 24mila certificazioni siamo il secondo paese al mondo per numero di certificati ISO 14001. Il primo per numero di certificazioni di prodotto EPD, il terzo per Ecolabel ed EMAS. E siamo il quinto paese del G20 per certificazioni forestali di catena di custodia FSC.

Per dare a consumatori e imprese strumenti utili per orientarsi nel vasto mondo delle certificazioni ambientali è nato il rapporto Certificare per competere di Fondazione Symbola e Cloros, presentato a Milano in una conferenza stampa in collaborazione con Accredia.  Un rapporto che esamina a fondo marchi e certificazioni amiche dell’ambiente portando alla luce la solida correlazione che esiste tra queste certificazioni e competitività delle aziende che le adottano.  Secondo gli organizzatori, le certificazioni ambientali aiutano la qualità delle imprese e l’innovazione, spingono le esportazioni, il fatturato e l’occupazione, indirizzano alla green economy.

“Abbiamo promosso questo Dossier per fare chiarezza nel mondo delle certificazioni, un grande valore ad oggi poco conosciuto e sfruttato – dichiara Riccardo Caliari, Amministratore Delegato di Cloros –. Come imprenditore ho la necessità di capire concretamente il legame tra le certificazioni e le performance aziendali; mi sembra indubbio che dalla ricerca sia emerso un legame diretto ed inequivocabile. Dobbiamo ora lavorare su due fronti per far sì che gli obiettivi di contenimento dei cambiamenti climatici diventino un’opportunità e non un problema: da un lato fare informazione verso il consumatore finale sui marchi ambientali e dall’altro fare capire alle aziende che hanno la grande possibilità di creare un vantaggio competitivo”.

Redazione

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