Lanciata oggi a Roma la Campagna Nazionale “Guardiane della Terra – La salute delle donne è il futuro del pianeta“. Oltre cinquanta realtà associative tra comitati territoriali, organizzazioni ecologiste, società scientifiche e istituti di ricerca intendono in questo modo denunciare la totale mancanza, nelle politiche ministeriali a tutela della salute femminile, riproduttiva e infantile, delle tematiche ambientali.
Il Manifesto per la Salute delle Donne lanciato nell’aprile scorso dalla Ministra Lorenzin in occasione della 1° Giornata Nazionale per la Salute delle Donne (celebrata lo scorso 22 aprile), come il recente lancio dell’infelice campagna per il Fertility Day confermano la scarsa attenzione dedicata dalle istituzioni alla prevenzione primaria, e dunque all’eliminazione delle cause delle malattie. A partire da quelle ambientali, che hanno enorme impatto sulla salute delle donne. La letteratura scientifica a riguardo è vasta e consolidata. La campagna chiede al governo, e alle istituzioni preposte, di prenderne atto e agire di conseguenza.
L’80% in più di tumori al collo dell’utero a Taranto rispetto alla media di riferimento; aumento della abortività spontanea correlata a inquinamento atmosferico, PM10 e ozono; perdita di 13 milioni di punti di quoziente intellettivo in Europa a causa dell’esposizione del feto a pesticidi e perdita tra il 2004 e il 2013 di ben 10 anni di vita in salute per le donne italiane (contro 7 degli uomini) sono solo alcune delle evidenze di questa silenziosa e drammatica emergenza.
Secondo Patrizia Gentilini, oncologa membro del Comitato Scientifico di ISDE Italia, tra gli aderenti alla Campagna “La contaminazione ambientale è ormai un’emergenza nazionale che compromette non solo la salute riproduttiva ma anche la salute complessiva della popolazione e delle future generazioni. Se non interveniamo tempestivamente sulle cause delle malattie come cancro, patologie ormonali, abortività spontanea, infertilità, autismo, diabete, obesità etc. – migliorando la qualità dell’aria, dell’acqua e del cibo e riducendo l’esposizione a veleni come metalli pesanti, diossina, pcb, particolato ultrafine si rischia di condannare all’inefficacia ogni politica di salute pubblica.”
“Mentre da un lato cresce l’attenzione della popolazione e delle comunità locali – a partire da quelle impattate – riguardo ai determinanti ambientali della salute, le politiche governative vanno in tutt’altra direzione e bonifiche e tutela ambientale sono fanalino di coda nella lista delle priorità di governo” – denuncia Laura Greco, Presidente Associazione A Sud.
Secondo Marzia Caccioppoli, madre coraggio campana presidente dell’associazione Noi Genitori di Tutti, che riunisce i genitori che hanno perso i propri figli per tumori connessi alla contaminazioni ambientale: “La Terra dei Fuochi ha dimostrato che la contaminazione ambientale provoca malattie gravi, infertilità e patologie tumorali che colpiscono sempre di più i bambini. In Campania, regione con la popolazione più giovane d’Italia, i tagli alla sanità sono enormi. Non solo manca la prevenzione primaria, che è fondamentale, ma anche le possibilità di curarsi. E la Campania è solo la punta dell’iceberg dell’emergenza ambientale diffusa in tutto il paese.”
La campagna promuoverà nei prossimi mesi mobilitazioni, azioni di pressione istituzionale e di visibilità, portando avanti le proprie proposte, a partire dalla chiusura delle fonti contaminanti, dalle bonifiche dei territori inquinati, dall’istituzione di meccanismi di partecipazione popolare alle politiche ambientali, fino alla riforma del sistema di monitoraggi ambientali e sanitari, al fine di renderli davvero terzi e efficaci.
Prossimo appuntamento: il 22 settembre prossimo, per il Fertility Fake, “un’azione massiva di denuncia rispetto al contestabile impianto del Piano Nazionale per la Fertilità. Assieme a decine di altre realtà al lavoro su altre tematiche – welfare, reddito, equità di genere – saremo in piazza sotto lo slogan SIAMO IN ATTESA. Non ancora di figli, ma ancora in attesa di bonifiche, reddito, welfare, asili nido, lavoro, diritti” ha concluso Marica Di Pierri, presidente CDCA.
Il Coordinamento Donne Salute Ambiente raccoglie oltre 50 organizzazioni tra associazioni, comitati territoriali, istituti di ricerca, società scientifiche e realtà sociali attive nella difesa dell’ambiente e della salute, con particolare riferimento alla dimensione di genere. Nel settembre 2016, allarmate per la situazione di grave contaminazione diffusa in tutto il paese e per le conseguenze sanitarie pagate in primo luogo da donne e minori hanno lanciato una campagna di informazione, denuncia, mobilitazione e pressione istituzionale per chiedere che la prevenzione primaria, la tutela del territorio e il coinvolgimento della cittadinanza nelle decisioni riguardanti politiche impattanti dal punto di vista ambientale siano gli assi portanti delle politiche pubbliche in materia ambientale e sanitaria.