AAA Cercasi clima in campagna elettorale. Intervista a Stefano Caserini

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Le elezioni politiche del 4 marzo sono ormai imminenti. E i maggiori scienziati italiani, esperti di ambiente e nello specifico di cambiamenti climatici, hanno deciso di far sentire la loro voce, dando vita a un comitato denominato La scienza al voto (sito: www.lascienzaalvoto.it)

Secondo gli scienziati, tenendo conto del contesto ambientale, sempre più critico, si possono trovare migliori soluzioni ai problemi che affliggono il paese: il lavoro, l’immigrazione, la sicurezza, le tasse. Offrendo una serie di proposte concrete, il comitato ha invitato con una lettera aperta tutti i partiti a entrare nel dibattito.

Inoltre, il comitato ha analizzato tutti i programmi delle forze politiche in corsa, per capire se il clima è considerato una priorità o meno. A questo proposito, Envi.info ha intervistato Stefano Caserini, docente di mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano e curatore del blog Climalteranti.it

Caserini, possiamo dire che il cambiamento climatico è un grande assente dell’attuale campagna elettorale?

In realtà il clima e le tematiche ambientali ci sono in praticamente tutti i programmi dei partiti. Abbiamo analizzato ciascun programma e si può affermare che l’attenzione al cambiamento climatico è sicuramente aumentata rispetto a 5 anni fa, pure nei partiti che lo hanno sempre snobbato. Per molti partiti, purtroppo, non è ancora un argomento centrale però, se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, un passo avanti – lento – c’è stato.

Questa è una sorpresa. In che modo se ne parla? Ci sono partiti per i quali il clima è una priorità?

Principalmente se ne parla sotto forma di efficienza energetica, riqualificazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Dalla mia analisi risultano solo tre forze politiche che nel proprio programma hanno messo il clima in posizione centrale e sono Movimento5Stelle, Insieme e Liberi e Uguali. Questi tre gruppi hanno dato risalto al tema della transizione energetica e la identificano come una questione centrale. Poi naturalmente anche negli altri partiti si trovano dei riferimenti ma declinati in modo molto meno centrale. Pure i partiti di destra – che nel programma unico non mettono accenni – nei loro programmi singoli lo citano. Però solo la Lega Nord si occupa specificatamente di energie rinnovabili e green economy; Forza Italia e Fratelli d’Italia sono molto più superficiali.

Ma perché allora la sensazione è che non se ne parli abbastanza?

La colpa di questa mancanza è dei giornalisti che nel dibattito pubblico amano soffermarsi più sulla polemiche che fanno più audience che su questioni più strutturali come le tematiche ambientali. A mio parere il giornalismo mainstream è in ritardo rispetto al tema clima ancor più della politica: in tv le polemiche di basso livello fanno più audience e si evita totalmente di affrontare argomenti importanti come il clima del pianeta; sui giornali si fanno analisi economiche sui costi delle promesse elettorali, ma manca una stima di quanto ci sta costando questo ritardo nell’affrontare la decarbonizzazione del sistema energetico o la carenza di investimenti nelle politiche di adattamento al cambiamento climatico.

Maurizio Bongioanni

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