Qualche settimana fa vi abbiamo spiegato come funziona il sito di compostaggio di Degache, le zone in cui è diviso e anche alcune caratteristiche specifiche della location, un po’ bizzarra e sicuramente controintuitiva…per ritrovarlo –> https://www.envi.info/blog/2018/11/06/un-compost-nel-deserto/
Oggi parleremo, prendendo spunto da un’Envinews di Roberto Cavallo del periodo di Ferragosto, dell’ecologia del palmeto. Se volete vederla –> https://www.youtube.com/watch?v=8Dhfrzdbin4&t=2s
Che cosa significa? Cercheremo di mostrarvi come, nell’Oasi, unica zona fertile per kilometri e kilometri di deserto, si riproduce la vegetazione e si suddivide nello spazio. Infine, mostreremo anche in breve il funzionamento dell’impianto di irrigazione dell’area.
Nel palmeto si possono individuare tre livelli di vegetazione: il primo è costituito dalle palme, gli alberi più alti e adatti per condizioni climatiche estremamente aride. Esse fanno ombra all’area circostante e producono i datteri, uno dei principali prodotti di esportazione tipici tunisini. Nel periodo di maturazione di questi frutti, i grappoli sono avvolti in dei sacchetti che li preservano dall’azione di insetti e uccelli.
Ogni palma produce inoltre sette nuove foglie ogni anno, così nello stesso anno possono essere tagliate le sette foglie più vecchie; infatti, per calcolare l’età di una palma è sufficiente contare il numero di foglie tronche, ovvero che sono state tagliate manualmente: esse corrispondono al numero di anni intercorso. Non dimentichiamoci che, per dare struttura al compost, sono queste stesse foglie secche che vengono utilizzate!
Il secondo livello di vegetazione è detto “arbustivo”; trovandosi all’ombra delle palme, esso è costituito principalmente da alberi da frutta quali albicocchi, fichi, viti, melograni, agrumi. Infine, lo strato più basso del palmeto è “orticolo”, cioè tutto ciò che si trova in un orto, dai pomodori, alle melanzane, le zucchine e i peperoni.
La composizione della vegetazione nell’Oasi non può prescindere dall’economia dell’acqua correlata. In effetti, in un palmeto non può non trovarsi un pozzo, il quale, attraverso dei canali, porta la preziosissima acqua alle singole parcelle di terreno in corrispondenza delle palme.
Ora, si capisce bene perché sia estremamente importante preservare queste aree del territorio tunisino, ma più generale di tutto il nord-Africa. Ed è proprio ciò a cui mira il nostro progetto Green Oasis for Tozeur Governorate. In partnership con la municipalità di Degache e il CRRAO (Centre Régional de Recherches en Agriculture Oasienne), attraverso il finanziamento importante dell’8 per mille della Chiesa Valdese così come dell’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), è stato possibile dare una prima spinta per combattere la desertificazione. Il compost infatti, se utilizzato per le stesse colture di cui abbiamo parlato sopra, contribuisce ad arricchire e inumidire il terreno, contrastando così la tendenza secca.
Link per visita guidata del sito di Degache con Roberto Cavallo –> https://www.youtube.com/watch?v=F8eezdXKwkE&t=1s
Di Anna Filippucci