Fake news e disinformazione sono i temi caldi al centro dei dibattiti degli esperti del settore giornalistico, politico e scientifico. Annus horribilis quello che si è appena concluso, dal punto di vista dell’informazione, dove una delle principali minacce globali, ai tempi di Internet e dei social network è la mala-informazione, un malessere quotidiano in grado di causare seri danni nella società contemporanea.
In Italia, stando alla fotografia scattata dall’ultima indagine dell’Agcom sull’informazione e le fake news, il 57% della produzione di contenuti “fake” tocca politica e cronaca, mentre il 20% circa interessa temi scientifici. Non solo, analizzando i siti di disinformazione sono emersi altri argomenti la cui trattazione errata può avere degli effetti sugli stati d’animo delle persone e, conseguentemente, modificarne comportamento e pensiero: diritti, economia, salute, ambiente, famiglia, scienza, immigrazione, esteri, religione.
È da questo presupposto che il consorzio per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica, Corepla, ha deciso di realizzare una nuova campagna di informazione, nella quale vuole affrontare il tema della plastica da un’angolazione diversa rispetto alla visione consolidata, insistendo proprio sul tema delle bufale. Infatti, come ha scritto sul proprio sito, Corepla “ha voluto alimentare un dibattito più articolato e meno semplicistico all’altezza della complessità dei temi, per trovare soluzioni adeguate alla plastica dispersa nell’ambiente. Obiettivo della campanga è individuare l’artificio retorico con cui sono costruite le fake news”.
La campagna, uscita prima di Natale e come si vede nell’immagine sopra, pone al centro la capacità di comprensione del lettore/consumatore, evidenziando il messaggio “ANCHE QUANDO SI TRATTA DI PLASTICA, USA IL CERVELLO”. “Perché la plastica non è un materiale banale” continua Corepla sul suo sito “salva vite, garantisce l’igiene, consente la conservazione di alimenti e medicinali, permette agli aerei di volare e agli smartphone di essere nelle mani di tutti. E non corre da sola verso il mare. Ce la buttano“. Attraverso il riconoscimento delle fake news, insomma, il consumatore dovrebbe capire che esiste un uso intelligente della plastica e uno meno. Basta usare il cervello…
Se l’obiettivo è chiaro, meno lo è lo svolgimento del tema. Infatti, arrivati a questo punto ci aspetteremmo che la campagna presenti quali sono le fake news più popolari che girano intorno… alla plastica. E invece Corepla concentra la sua attenzione sul concetto generico di fake news, spiegando come si possono riconoscere, attraverso il video sottostante:
“Un titolo cubitale, un uso improprio dei dati, una fonte non verificabile, un’immagine ad effetto, reperimento di campioni esiguo, uso delle percentuali esteso a tutta la realtà e non solo a quella dei campioni analizzati” sono tutti elementi, spiega Corepla, di come una notizia scientifica o un fatto ben circoscritto diventi una fake news. Il claim di Corepla diventa “a Natale, il regalo più prezioso è l’informazione“. Chiude la campagna un morphing in computer grafica: una bottiglia riciclata diventa un cervello, a sottolineare la necessità di fare anche della plastica un uso intelligente, come detto in precedenza.