Con il Trattato del Bardo si istituiva il protettorato francese sulla Tunisia. Questo avrebbe retto per 75 anni, nonostante le lotte anticoloniali che attraversarono il Paese.
Gli oppositori più importanti appartenevano al Partito Liberale Costituzionale Tunisino, dai più conosciuto come Dustur (Costituzione) che si rifaceva alla Costituzione tunisina del 1861 e manteneva ideali islamici tradizionali. Già nel 1934, però, il partito si scisse e venne formato il Neo-Dustur, di vedute più modernizzatrici . Il processo di opposizione non sarebbe probabilmente stato possibile se all’interno dei partiti non avessero militato gli appartenenti ai sindacati.
All’interno del Neo-Dustur, personaggio di spicco fu sicuramente Habib Bourguiba che ricopriva il ruolo di Segretario Generale. A causa della violenta repressione francese negli anni ‘30 venne imprigionato per ben due volte, perché considerato pericoloso per la sicurezza del Paese e fu liberato soltanto nel 1944 in seguito all’occupazione nazista della Francia, nonostante avesse espresso in più occasioni il suo sostegno alle truppe alleate.
Nel dopoguerra, dopo aver visitato molti Paesi per guadagnare sostenitori alla causa tunisina, Bourghiba rientrò in patria per continuare la lotta e avviò negoziati con il governo francese, che però fallirono. Ciò provocò, nel gennaio 1952, l’inizio della resistenza armata ed un irrigidimento delle posizioni in entrambi i campi.
Questa difficile situazione fu appianata dalle riforme avviate da Pierre Mendes France che annunciò il riconoscimento unilaterale dell’autonomia interna della Tunisia e la formazione di un governo temporaneo con la partecipazione di alcuni membri del Neo-Dustur.
Nel 1956 la Tunisia venne dichiarata indipendente; l’anno seguente fu proclamata la Repubblica; finiva così il sistema del Beylicato e Bourguiba venne dichiarato Presidente.
Sotto la presidenza di Bourghiba fu avviato un vasto piano di riforme destinate a dare avvio alla sovranità nazionale e a modernizzare la società tunisina. Venne diffuso l’insegnamento e fu promulgato il “Codice dello Statuto Personale” che ridimensionava il potere dei capi religiosi.
Importante merito di Bourguiba fu l’attenzione data alla condizione femminile: venne vietata la poligamia, il divorzio venne sostituito al ripudio e l’aborto venne legalizzato. Si, trattava, però, di un femminismo di facciata, volto a compiacere le potenze occidentali più che volontà di realizzare la parità di genere. Queste riforme sono però state importanti in quanto, in alcuni casi, precedettero la loro promulgazione in alcuni Stati europei.
Il paese fu poi diviso in governatorati dotati di un’amministrazione moderna. Fu impostata la struttura di una moderna scuola pubblica e gratuita, mettendo fine al doppio regime scolastico: scuola coranica e scuola di tipo occidentale. Anche nel settore giudiziario fu abolito il doppio regime e furono instaurate corti giudiziarie civili, ponendo fine all’influenza dei religiosi sulla magistratura.
Bourguiba governò ininterrottamente dal 1959 al 1987. Gli oppositori sia esterni sia interni al partito furono liquidati già negli anni seguenti la proclamazione dell’indipendenza, cosicché i neodusturiani potessero occupare la quasi totalità dei posti in Parlamento. Negli anni 60 questa posizione venne, poi, istituzionalizzata con la dichiarazione che la Tunisia era ormai diventata un regime a partito unico.
Gli ultimi anni del Governo Bourguiba videro un peggiorarsi delle condizioni del Paese che dovette affrontare le agitazioni da parte delle università e dei sindacati e degli oppositori politici di Bourguiba, che si erano riorganizzati sul finire degli anni 70, poiché il Presidente si rifiutava di ammettere una qualsiasi forma di pluralismo politico. Questa situazione provocò forti tensioni che alimentarono la crescita dell’islamismo e fecero sprofondare il paese in una crisi finanziaria che portò alla nascita del regime di Ben Ali.
Francesca Prandi