Emotion for Change, sensibilizzare attraverso la musica

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Foto di Elisabetta Zavoli

“La musica, creatrice universale di stati d’animo, come ispiratrice di una risposta emozionale ed efficace al cambiamento climatico”

Emozionare per creare e diffondere consapevolezza sul cambio del clima in atto: questo lo scopo di Emotion for Change, programma musicale ideato e sviluppato dalla violinista Sara Michieletto. Dalla creazione di video a spettacoli nelle scuole, sono diversi i modi con cui la musica degli artisti sensibilizza sulle problematiche che affliggono il nostro pianeta. Senza ulteriori anticipazioni, scopriamo il progetto attraverso le parole dell’ideatrice.

Salve Sara, in cosa consiste il progetto Emotion for Change?

Emotion for Change riunisce un gruppo di artisti che, avendo a cuore le sorti della biosfera, ha deciso di sviluppare un progetto artistico, perché ci si emozioni e si parli degli scenari futuri che la condotta miope degli esseri umani, nella sua relazione con l’ambiente, sta provocando, consapevoli che, come dimostrato da autorevoli studi, il calore della comunicazione artistica può toccare corde dell’animo umano che la comunicazione scientifica, da sola, non può raggiungere. Il progetto completo si compone di tre modalità: la realizzazione di concerti, la diffusione di uno spettacolo per le scuole e la creazione di video.

Come è nata l’idea?

A novembre 2015 mi è stato chiesto di eseguire un concerto in occasione della conferenza delle Nazioni Unite di Parigi (COP 21). È stato allora che ho ideato un nuovo programma musicale, chiamato “Emotion for Change”, al fine di aumentare la consapevolezza delle persone rispetto ai cambiamenti climatici, ed ispirarle, attraverso la musica, ad agire concretamente nella quotidianità per mitigare l’innalzamento delle temperature globali.

Esattamente, come avviene il processo di sensibilizzazione del pubblico attraverso la musica?

Il concept musicale che ho sviluppato mira a trasportare gli ascoltatori lungo un arco emotivo tripartito che passa dall’ascolto della natura neutra (brani meditativi e descrittivi), alla constatazione della nuova era nella quale viviamo: antropocene (brani frenetici, angoscianti, di separazione), al desiderio e alla speranza di mitigare le drammatiche conseguenze delle abitudini incoscienti, grazie alle piccole azioni di tutti (brani di “conversione” e sorridente dinamismo). Per offrire suggestioni dei problemi ambientali concreti che toccano la quotidianità degli ascoltatori, invitiamo a partecipare ad ogni concerto uno scienziato o un esperto, il quale, durante l’apice drammatico musicale, prende la parola e racconta in termini scientifico-poetici gli scenari futuri che i cambiamenti climatici opereranno nello specifico territorio. E dalla presa di coscienza, si passa all’empowerment: ognuno di noi può realizzare qualcosa di importante. Alla fine di ogni performance, come segno di piccola azione concreta che ognuno di noi può fare da subito, offriamo ai partecipanti dei semi, possibilmente autoctoni, invitandoli a piantarli in un vaso, nel giardino, in una aiuola. Invece di estrarre dalla terra, seminiamo nella terra.

Crede che la musica, e l’arte in generale, siano impiegate a sufficienza nelle campagne di comunicazione ambientale?

Sempre più artisti, oggi, diventati consapevoli del disastro ambientale che si paventa, nel caso entro 12 anni non riuscissimo a contenere il riscaldamento globale, si sono attivati per raccontare i cambiamenti climatici al loro pubblico. E, come dice Bianca Nardon, (organizzatrice del Concorso internazionale di comunicazione e creatività, The grand challenge), si osserva il “rapido percorso compiuto dall’immaginazione alla concretezza della crisi climatica. I progetti creativi con un linguaggio diretto e che attivano l’interazione tra gruppi sociali vincono sui progetti artistici, seppur geniali, confinati nell’accademia. Il ritardo della politica, ma anche della società civile, obbliga ad un radicale coinvolgimento personale, quasi a richiamare tutti verso un unico centro di riflessione”.

Quali risultati avete ottenuto?

Abbiamo realizzato numerosi concerti nelle sedi più svariate (dai teatri, alle scuole, all’alta montagna, in mezzo al Mare Adriatico, su un’isola che sta scomparendo a causa dell’innalzamento del mare a Santa Maria di Leuca, in case di riposo, etc); abbiamo distribuito quasi 3000 semi al pubblico. In questi anni abbiamo suonato e parlato per circa 1000 studenti di scuole di diverso ordine e grado. Bambini e ragazzi si sono impegnati a fare la raccolta differenziata nelle classi, a cambiare le lampadine con quelle a basso consumo energetico nella loro scuola, posto attenzione al consumo idrico ed energetico (spegnere luci che non servono), preparato una proposta di legge (vietare che le porte dei negozi rimangano aperte con riscaldamento o aria condizionata in funzione), inviato lettere ai ministri di Ambiente e Trasporti, preparato lettere per il proprio sindaco e assessore all’ambiente, e per Amazon e Fiat, oltre all’aver piantato diversi tipi di semi e piante, nei pressi delle scuole. Abbiamo realizzato due video artistici (uno sulla piattaforma oceanografica del CNR e una con l’opera di Quinn, “Hands”, dedicata ai cambiamenti climatici, sul Canal Grande, a Venezia). Abbiamo, inoltre, sostenuto il video “L’hommes des Arbres”, che parla di un uomo Burkinabè, poliomielitico, che ha piantato un milione di alberi e sta continuando, nel suo Paese (in collaborazione con l’associazione Pacefuturo). Il mese scorso è uscito il nostro primo CD, chiamato anch’esso “Emotion for Change”, con Giorgio Schiavon al Sax e Paolo Vianello al pianoforte, oltre a me, Sara Michieletto, al violino.

Per ascoltare il cd: https://music.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_nF1dMoNctHPAdYMZ7D7RAAfi8R-eUsSuU

E per scoprire di più sul progetto: http://www.emotionforchange.org/

Di Simone Valeri

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