Sval & Bard: la campagna che racconta un modo alternativo di fare comunicazione ambientale secondo lo studio Kairòs

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Si può fare comunicazione ambientale in maniera simpatica, creativa e con l’utilizzo di immagini positive?

La risposta è nell’intervista che segue con Daniele di Domenico, socio fondatore dello studio Kairòs ; quest’ultimo, specializzato in video, web e grafica, è stato recentemente insignito del premio Rinnovabili.it per il lavoro svolto alle Isole Svalbard in collaborazione con gli enti locali e il consorzio dei tour operator. La  serie animata oggetto del riconoscimento vede protagonisti Sval & Bard, due troll-turisti nelle isole Svalbard, e mira a sensibilizzare, in maniera scherzosa e alternativa, tutti i visitatori che, non conoscendo le regole di corretto comportamento da tenere durante le escursioni, possono mettersi in pericolo, ma soprattutto danneggiare gli ecosistemi ambientali presenti in loco. (Link diretto per vedere gli episodi: http://www.kairostudio.it/it/showcase/sval-bard/ )

Come è nato Kairòs?

Lo studio nasce nel 2007, a partire dall’iniziativa mia e altri due soci fondatori, colleghi di studi a scienze naturali; uno è Simone Cau, grafico illustratore e l’altra Cecilia Cinelli, esperta di educazione ambientale. Io mi occupo specialmente di produzione video e, più in generale, di prodotti multimediali. Per i primi anni, Kairòs lavora in questi tre ambiti professionali principalmente: illustrazione e grafica, produzione video ed educazione. Mano a mano, il lavoro legato esclusivamente all’educazione ambientale diminuisce (a causa di tagli ai fondi nelle scuole per esempio) e lo studio si occupa sempre più di produzione video, sviluppo di siti web e progetti “cross-mediali”.

Da studio professionale, Kairòs diventa in seguito una società e attualmente io sono rimasto socio unico, in quanto gli altri fondatori hanno preso altre strade professionali. Nel tempo si è creata però una nuova rete di collaboratori con varie competenze, che vanno dalla realizzazione di video, animazioni, siti web e grafica.

Spaziando in diversi campi e tipologie di progetti, a seconda del lavoro che ci viene richiesto si crea una squadra di lavoro ad hoc. Negli anni le collaborazioni si sono consolidate, quindi il team risulta oggi molto affiatato ad ogni occasione.

Che spazio hanno l’educazione e la comunicazione ambientale nel vostro lavoro?

Diciamo che i temi ambientali restano una nostra specialità e quindi una costante in tutti i progetti che ci vengono affidati. Questo per via della nostra formazione professionale e la passione che accomuna noi tutti i professionisti di Kairòs. I principali clienti per cui lavoriamo sono enti, centri di ricerca, amministrazioni locali che hanno bisogno di consulenza per sviluppare progetti con un centro di interesse prettamente ambientale. Nel tempo, anche la comunicazione d’impresa ha avuto bisogno di sviluppare un lato “green” e per questo oggi lavoriamo anche per aziende private a questo scopo.

Cos’è secondo te la comunicazione ambientale?

Secondo me lo scopo della comunicazione ambientale è innanzitutto informativo: essa punta a far conoscere il mondo in cui viviamo e le problematiche che esistono attualmente nel nostro rapporto con gli ecosistemi naturali. In seconda battuta, la comunicazione ambientale ha il compito di stimolare le persone a un’azione, che può consistere semplicemente in un’attenzione particolare nella propria vita quotidiana, oppure in un impegno attivo. Se ognuno di noi individualmente, così come in ambito lavorativo, avesse una sensibilità e un’attenzione alla propria presenza nel mondo, ovvero il proprio ruolo rispetto all’ambiente e gli ecosistemi, noi comunicatori avremmo già raggiunto un grande risultato.

Perché secondo te il vostro approccio risulta più efficace di quello tradizionalmente utilizzato dalle associazioni ambientaliste?

Il nostro modo di fare comunicazione è particolare sia per quanto riguarda l’approccio, sia per via del messaggio che veicoliamo. Purtroppo, tradizionalmente, il modo di comunicare la devastazione ambientale è quasi esclusivamente catastrofista: la denuncia degli scandali, l’attacco dei responsabili e l’enormità del problema sono i principali elementi sempre messi in avanti. Le associazioni ambientaliste hanno fatto loro questo approccio negativo sin dagli anni ’70, agli albori del movimento ambientalista; ma se all’inizio poteva avere un senso raccontare il problema in questi termini, allo scopo di imporre con forza il tema all’attenzione internazionale, oggi è necessaria un’evoluzione nel modo di fare militanza.

Kairòs è partigiano di un approccio alla comunicazione ambientale più leggero e positivo. Ciò non significa trattare il tema in maniera superficiale, ma semplicemente dare credito a quegli studi psicologici e sociologici che, nel tempo, hanno dimostrato l’inefficacia dell’approccio tradizionale. Messo davanti al pessimismo e la negatività, il destinatario delle campagne tende alla depressione, la passività. Al contrario, come dimostrano i ritorni entusiastici sui nostri lavori di animazione, l’ironia e la leggerezza possono avere un effetto migliore. E il messaggio che vogliamo trasmettere è proprio questo.

In che modo i nuovi mezzi tecnologici e la rete nel suo insieme possono avere un ruolo utile nelle campagne di comunicazione ambientale?

L’utilizzo dei nuovi media può essere molto utile, soprattutto perché permette di raggiungere molte più persone rispetto ai mezzi delle campagne tradizionali. Ma la campagna online, per quanto informativa, non può essere fine a sé stessa, dev’essere al contrario sempre accompagnata da azioni concrete. I likes e le condivisioni sul lungo termine non bastano.

A questo proposito, i nostri progetti sono sempre legati ad una trasposizione nel mondo reale, un bisogno sul campo. Per esempio nel progetto sulle isole Svalbard, il nostro lavoro online è stato accompagnato da campagne in loco e azioni guidate dall’impegno nel scegliere soluzioni a ridotto impatto ambientale.

Raccontaci di più del progetto sulle Isole Svalbard

Il progetto nasce perché, in occasione di un primo viaggio alle isole Svalbard, io e Simone, ci siamo imbattuti, leggendo una guida per le escursioni, nel decalogo di sopravvivenza: si tratta di un elenco di regole di corretto comportamento e consigli per coloro che decidono di intraprendere un viaggio al circolo polare artico. Da subito ci siamo resi conto dell’importanza di questo strumento e abbiamo deciso di provare a renderlo più accessibile per i turisti come noi che si trovassero in questi luoghi impervi. Così arriva l’idea di Sval & Bard, due troll, turisti-medi che, attraverso divertenti, ma anche drammatiche avventure svelano l’importanza del decalogo sia per evitare situazioni pericolose, sia per diminuire l’impatto ambientale delle azioni umane.

Abbiamo presentato questo progetto al Ministero dell’ambiente delle isole Svalbard e abbiamo vinto il bando relativo al settore d’interesse, così da ottenere un contributo finanziario locale. Nel mettere in atto il progetto è stato coinvolto il consorzio dei tour operator che operano in loco, così che il materiale video da noi prodotto potesse essere utilizzato direttamente con i turisti.

Considerato che gli abitanti delle Isole Svalbard sono 2500 e il flusso di turisti annuo di 100000 persone, l’impatto della campagna in termini di diffusione è stato sicuramente positivo; 300000 persone sono state raggiunte online dai contenuti da noi elaborati. Inoltre, i filmati sono regolarmente utilizzati dai tour operator locali, così come una serie di altri gadget prodotti contestualmente.

Concludendo con una domanda legata all’attualità, cosa pensi del neonato movimento #FridaysForFuture Italia?

Io penso che si tratti di un esperimento molto interessante; sembra infatti che recentemente in Italia qualcosa in più si muova a in termini di coscienza ambientale. A livello politico, nel nostro paese, non c’è mai stato nessun partito o movimento che si sia appropriato della questione ambientale, inserendola tra i temi di punta di una campagna elettorale; si pensi al partito dei verdi in Germania: non esiste un corrispettivo italiano!

Tornando al discorso di prima, sull’approccio ai temi ambientali: se le campagne fino ad ora sono state improntate al catastrofismo e al pessimismo, adesso sembra che alcune realtà emergenti – e tra queste inserisco #FridaysForFuture, così come ad esempio Rinnovabili.it, il modello di impresa Tesla e il lavoro di Jermey Rifkin – stiano risvegliando gli animi in maniera più positiva e soprattutto propositiva. Dei nuovi modelli socio-economici e un utilizzo alternativo delle risorse sono portati avanti con forza: emerge così non tanto un’ideologia politica nuova, di cui non abbiamo necessariamente bisogno, ma un progetto, un’idea, una visione alternativa di un futuro in cui la comunicazione ambientale possa essere la chiave di volta per costruire una nuova narrazione.

Di Anna Filippucci

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