Durante il nostro incontro con Adel, oltre al progetto di costruzione dei siti di compostaggio (di cui abbiamo già parlato nell’intervista della scorsa settimana) nel Governatorato di Tozeur, abbiamo parlato di come la Rivoluzione dei Gelsomini, che ha avuto il merito di scardinare un regime dittatoriale decennale e portare il paese verso un modello democratico, abbia cambiato le percezioni e le priorità dei cittadini tunisini.
Secondo Adel nelle zone più arretrate, come quella del deserto intorno a Tozeur, è più facile che progetti di cooperazione internazionale, anche piccoli e con un budget ridotto, possano funzionare e portare beneficio ai cittadini coinvolti. Questi progetti, infatti, danno un risultato immediato, difficilmente raggiungibile nelle grandi città, anche con somme di denaro più alte. Fa da collante soprattutto l’entusiasmo di chi abita queste terre ancora poco conosciute e costruite.
Esistono ancora differenze abissali tra la zona di Tunisi e il Sud-Ovest del Paese che ospita parte del Deserto del Sahara. L’amministrazione tunisina è infatti estremamente centralizzata e dunque mentre la capitale, una delle mete principali del “turismo visivo”, è molto moderna, il Sud è arretrato e senza assistenza statale.
Soltanto oggi, grazie alla Rivoluzione, anche queste zone ancora vergini, chiedono più risorse necessarie sia per la produzione agricola (perché è da qui che viene esportata la grande quantità di datteri tunisini) sia per lo sviluppo di infrastrutture necessarie.
Diventa, in questo senso, centrale il turismo: se prima della Rivoluzione ai turisti venivano imposti percorsi di visita in cui il contatto con gli abitanti era evitato in tutti i modi (prediligendo le località balneari con grandi hotel e villaggi turistici), oggi, la zona Sud-Ovest del Paese, piena di bellezze naturali, può diventare fulcro di una nuova tipologia di turismo attenta alla popolazione locale (vista come opportunità per conoscere la vera cultura tunisina) e all’ambiente circostante (soggiornando in piccole strutture locali, piuttosto che in grandi complessi turistici).
La Rivoluzione dei Gelsomini, per Adel, è stato un evento meraviglioso. Nonostante l’instabilità economica e politica e i problemi legati alla sicurezza, bisogna considerare che sarà un processo lungo e pieno di tappe significative.
In un primo momento la popolazione si è preoccupata della propria sicurezza e di come sopravvivere nel rinnovato clima politico (in cui si è assistito anche a episodi terroristici), ricercando una nuova stabilità.
Per alcuni cittadini tunisini, infatti, è spesso ancora difficile distinguere la democrazia dall’anarchia, poiché hanno vissuto quasi tutta la vita sotto un regime dittatoriale. Oggi, però, finalmente le persone possono riunirsi in associazioni che non fanno capo al governo senza la paura di esprimersi liberamente (infatti, oggi i partiti in Tunisia sono circa 215).
Oltre all’impegno degli strati più giovani della popolazione, anche grazie ad altri Stati che credono nel processo di democratizzazione della Tunisia, sia sul piano materiale ma soprattutto attraverso la vicinanza alla popolazione tunisina, si potrà costruire in futuro una democrazia consolidata.
Soltanto in questo modo i cittadini tunisini avranno modo di affrontare le tematiche della sostenibilità ambientale che dovrà procedere di pari passo con la crescita sociale e del mondo del lavoro.
Francesca Prandi