Il network inglese Hubbub, che si occupa di sponsorizzare e divulgare buone pratiche ecologiche ha recentemente selezionato cinque campagne di comunicazione ed educazione ambientale che usufruiranno del finanziamento “Plastic Plan Challenge”, del valore di 1 milione di pounds.
Tra le iniziative scelte ne compare una dal titolo interessante: si tratta di “Plastic-free periods”, iniziativa della CIC (Community Interest Company) “City to Sea”, fondata dall’attivista inglese Natalie Fee nel 2015 e parte del WEN (Women’s Environmental Network).
La campagna è raccontata sul sito e i social dell’azienda: iniziata nel 2017 con un video (vedi sotto) pubblicato sulla pagina Facebook dell’azienda, ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione femminile (ma non solo) al problema dell’utilizzo e lo smaltimento di prodotti igienici usa e getta per il ciclo mestruale.
Una confezione di assorbenti è uguale a 5 borse di plastica
Sulla pagina dedicata del sito, si possono leggere innanzitutto alcuni dati sconcertanti relativi a questi prodotti: “una normale confezione di assorbenti contiene la stessa quantità di plastica che 5 borse di plastica per la spesa”, o che, nel Regno Unito, “700000 salva-slip, 2,5 milioni di tamponi e 1,4 milioni di assorbenti sono gettati nel water” e che quest’ultimi costituiscono “il 6,2% del beach litter”. Allargando l’indagine, l’organizzazione continua affermando che “si tratta del quinto rifiuto più comune trovato sulle spiagge europee”.
A queste inquietanti affermazioni segue immediatamente una serie di possibilità per diminuire il proprio impatto ecologico e partecipare attivamente alla campagna di sensibilizzazione: innanzitutto vengono proposti una serie di prodotti alternativi per rendere il ciclo mestruale più “sostenibile” a livello ambientale, in seguito si segnala la possibilità di partecipare ad un programma educativo ed infine si propone la visione e la condivisione di un video di sensibilizzazione.
Evitare plastiche nel nostro corpo
Oltre all’impatto ecologico dei prodotti igienici usa e getta, continua la campagna, esiste un importante e grave impatto sulla salute del nostro corpo. Immettere plastica o altri prodotti non organici nel nostro organismo può risultare infatti molto dannoso: si segnala a tal proposito la presenza di componenti chimiche tossiche e additivi che possono alterare alcune importanti funzioni e aumentare i rischi di malattie cardiache e tumori.
City to Sea ci invita infine a riflettere sul fatto che, così come pretendiamo per i prodotti alimentari o altro, dovremmo richiedere una maggiore trasparenza e accortezza di informazioni da parte delle aziende che producono prodotti per l’igiene femminile.
Così come non ci mangeremmo un piatto stracolmo di plastica, dovrebbe disgustarci pensare di immettere nel nostro corpo, da altre vie di accesso, prodotti così evidentemente dannosi per il nostro organismo. Questa campagna di comunicazione ambientale permette, in maniera intuitiva e di impatto, di riflettere su questo problema e reagire in maniera immediata e attiva attraverso una serie di strumenti accessibili.