Nasce Sapereambiente, rivista che racconta il mondo “a basso impatto”

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Raccontare le produzioni culturali, le notizie di taglio scientifico, i processi d’innovazione che guardano verso la sostenibilità. E condividere strumenti utili a interpretare in maniera consapevole i fenomeni ambientali sempre più al centro del discorso pubblico. Nasce con queste finalità Sapereambiente, il magazine rivolto a quanti agiscono nella società civile, all’interno delle agenzie educative, nel mondo delle imprese e nelle istituzioni, nel proprio percorso di vita verso modelli di convivenza a basse emissioni di carbonio, coerenti con i bisogni del Pianeta, per la tutela della biodiversità e degli equilibri eco-sistemici.

Diretta da Marco Fratoddi, firma del giornalismo ambientale e formatore, la rivista esce ogni giorno online (www.sapereambiente.it) e due volte l’anno su carta, con altrettanti numeri di approfondimento. Sapereambiente, edita da Saperenetwork, società del gruppo Hub48 di Alba (Cn), comprende storie, interviste, schede, recensioni, approfondimenti che rileggono con lo sguardo dell’ecologia quanto emerge nei diversi campi: arte, scienza, letteratura, cinema, danza e teatro, musica, design, architettura, culture digitali. Indaga inoltre nelle politiche culturali in atto nel nostro paese, nei processi di apprendimento utili a costruire la mentalità ecologica e nelle pratiche quotidiane coerenti con il benessere personale e con quello degli habitat.

A supporto di questa missione anche un canale video, SapereambienteTv, con una programmazione centrata sugli eventi d’interesse ambientale e produzioni che traducono in linguaggio video l’approccio al giornalismo educativo che caratterizza l’intera testata.

La redazione centrale è a Roma, con collaboratori su tutto il territorio italiano e corrispondenti da diversi paesi stranieri. Il lancio della rivista avverrà a Roma, mercoledì 4 marzo, ore 17.30 presso Binario F, Sala Facebook, via Marsala 29 (c/o Hub di LVentureGroup e Luiss Enlabs).

Sarà una presentazione “unconventional”: i partecipanti infatti saranno coinvolti in un gioco di ruolo proveniente dal MIT di Boston. Si tratta di En Roads (Energy Rapid Overview And Decisions Support), un’attività di simulazione interattiva sviluppata da Climate interactive, MIT Sloan e da Ventana Systems. Grazie ad un facilitatore qualificato, En Roads permette ai giocatori di verificare come, al mutare delle politiche globali, si modifichino gli scenari climatici e l’escalation della temperatura al 2100.

“Il gioco è scientificamente fondato, perché riassume e contempla dati e variabili provenienti da numerosi modelli scientifici – spiega Riccardo Parigi, facilitatore qualificato En Roads e rubrichista di Sapereambiente – Anche se naturalmente il modello non fornisce soluzioni certe ma aiuta le persone a riflettere, comprendere e sperimentare tutte le soluzioni possibili diventando sempre più consapevoli del proprio ruolo”. Il risultato dell’attività, ancora in versione Beta e sperimentata per la prima volta pubblicamente in Italia, sarà lo scenario che deriva dall’azione comune concertata durante il role-play e sarà pubblicato sul sito di Climate Interactive con la foto dei partecipanti che terranno a battesimo, in questa maniera, Sapereambiente.

Dopo il role-play e la pubblicazione della testata è previsto un light dinner, rigorosamente a base di prodotti biologici e stoviglie compostabili.

Nei giorni a seguire, Sapereambiente sarà presente al “Festival del giornalismo ambientale” (organizzato da Ministero dell’Ambiente, Ispra, Enea e Federazione italiana dei media ambientali), che convocherà a Roma, dal 6 all’8 marzo, giornalisti e comunicatori da tutta Italia: “Con Sapereambiente vogliamo portare il nostro contributo verso un giornalismo utile al cambiamento – dice Marco Fratoddi – Un giornalismo competente e originale, un giornalismo di formazione che favorisca nuovi paradigmi interpretativi e accompagni le generazioni di questo secolo nella grande sfida che abbiamo difronte: quella per una convivenza planetaria rispettosa degli equilibri ambientali, intorno ai quali ci porta a riflettere anche l’epidemia da coronavirus che le cronache di questi giorni hanno trattato soltanto nei suoi effetti, spesso con colpevole allarmismo, anziché leggerne la complessità e interpretarla come il sintomo, l’ennesimo, delle alterazioni globali provocate da un modello insostenibile”.

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