Tutte diverse, ma con un obiettivo comune: far sì che mascherine e guanti chirurgici vengano smaltiti correttamente. Le numerose campagne di comunicazione realizzate in Europa confermano uno sforzo collettivo finalizzato a contrastare una forma di inquinamento emergente.
Insieme al distanziamento sociale e al lavaggio delle mani, l’utilizzo delle mascherine è tra le misure portanti per limitare il contagio da Covid-19. Tuttavia, specie se parliamo di quelle usa e getta, c’è un altro aspetto che andrebbe considerato: il loro impatto ambientale. Dall’inizio della pandemia, in tutto il mondo – come ha stimato un recente studio – sono stati usati 129 miliardi di maschere monouso. A queste si aggiungono mascherine di altro genere e i vari dispositivi di protezione individuale. Nuovi oggetti di uso quotidiano che, ancor più alla luce della loro natura, diventano presto rifiuti. Per via dei materiali che le costituiscono – ha spiegato poi l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) – le mascherine vanno destinate all’indifferenziata. In definitiva, quindi, finiscono in discarica o negli inceneritori. Basti pensare che nel 2020, solo in Italia, guanti e mascherine hanno rappresentato – secondo le stime dell’Ispra – tra le 160 e le 440 mila tonnellate dei rifiuti urbani prodotti.
Le cose poi si complicano ulteriormente se, invece di essere gettati nei cassonetti, finiscono a terra o, peggio, in mare. A fare la differenza sarà però il comportamento individuale. Ed è qui che la comunicazione ambientale viene in soccorso. Non appena è stata riconosciuta questa nuova forma di inquinamento, le amministrazioni di tutta Europa, e non solo, hanno dato vita a molteplici e fantasiose campagne di sensibilizzazione. Tutte diverse tra loro, ma con un obiettivo comune: far sì che questi rifiuti vengano smaltiti correttamente. Se così non fosse, le conseguenze per gli ecosistemi potrebbero essere devastanti. Una mascherina chirurgica, ad esempio, avrebbe bisogno di 450 anni per decomporsi. Ed è proprio a partire da questa stima che il Servizio Sanitario Nazionale belga ha lanciato la campagna Il mare comincia da te. L’impatto delle mascherine sulla vita marina, in questo caso, è stato mostrato attraverso una serie di poster affissi nei dintorni della costa del Belgio.
In Italia invece, attraverso l’esuberante testimonial Enrico Brignano, è stata diffusa, già nei primi mesi della pandemia, la campagna dal claim In fondo a noi che ci costa?. “I messaggi – si legge sul sito del Governo italiano – intendono sottolineare i giusti comportamenti da osservare per evitare l’inquinamento ambientale, cioè: gettare le mascherine e guanti nell’indifferenziata, servirsi il più possibile di quelli riutilizzabili, non buttarli a terra per evitare gravi danni all’ambiente”.
Tutt’altro format comunicativo quello scelto dalla Francia. Nel territorio d’oltralpe, infatti, Il Ministero per la Transizione Ecologica ha lanciato una campagna di sensibilizzazione radiofonica. Lo stesso ministero ha poi ricordato con un tweet corredato da un video informativo che – in particolare in questo periodo – “gettare rifiuti sulle strade pubbliche sarà punito con una multa di 135 euro”.
Abbracciato dal territorio francese, c’è poi il piccolo Principato di Monaco che, anche in questo caso, ha però voluto dire la sua. L’associazione Monaco Impact, in collaborazione con la società Dietsmann Monte-Carlo, ha realizzato un’interessante campagna sul tema dell’inquinamento marino causato dall’abbandono di maschere e guanti chirurgici. Per l’occasione hanno realizzato un manifesto illustrato e, tra le altre cose, spiegato: “le maschere chirurgiche sono realizzate in polipropilene, un tessuto termoplastico non biodegradabile e non riciclabile che si frammenta rapidamente e quindi inquina l’acqua generando microplastiche”.
L’idea di una comunicazione ambientale basata sulle illustrazioni è piaciuta anche al Governo spagnolo. È, infatti, con l’hashtag #RecuerdosInolvidables – ricordi indimenticabili – che i cugini iberici hanno dato il via alla campagna La mascherina è per te, non per la natura. “Oggi è un buon giorno per ricordare che è importante prendersi cura di noi stessi e degli altri seguendo con attenzione le norme igieniche – ha commentato Teresa Ribera, Ministro spagnolo della Transizione Ecologica, in occasione della presentazione della campagna – ma anche che dobbiamo prenderci cura della natura”.
Non manca quindi uno sforzo collettivo nel contrastare il nuovo e imprevedibile inquinamento da pandemia. L’elevato numero di campagne di comunicazione, lo dimostra. Descriverle tutte, sarebbe impossibile: dal livello comunale a quello statale, ogni amministrazione ha fatto la sua parte. Se saranno state efficaci, lo scopriremo presto.