A colloquio con Ilaria Borletti Buitoni
L’8 marzo 2021, giornata dedicata alle donne, tre importanti figure femminili a livello italiano hanno presentato in diretta Facebook un progetto molto ambizioso.
Si chiama weTree ed è una campagna di sensibilizzazione per le istituzioni e i cittadini che desidera portare il verde nelle città italiane. A promuoverlo, la vicepresidente del FAI, Ilaria Borletti Buitoni, la scienziata e virologa Ilaria Capua e la fondatrice di Agroinnova e patologa vegetale Maria Lodovica Gullino.
weTree ha obiettivi ambiziosi: realizzare aree verdi nei comuni italiani e intitolarle a donne che si sono distinte con le loro attività per una società migliore; ma anche diffondere buone pratiche ambientali. «L’idea è quella di portare l’ossigeno alle grigie città italiane, attraverso uno sguardo femminile verso il futuro e le generazioni che verranno», spiega la presidentessa di weTree, Ilaria Borletti Buitoni. «In Italia c’è un paradosso: sul territorio nazionale le foreste non mancano, ma soprattutto le ex-città industriali, come Torino e Milano, hanno percentuale di verde bassissima».
Non è a caso allora che due dei primi progetti partiti sotto il cappello della neonata associazione siano per l’appunto a Torino e Milano. Il primo step è stato il coinvolgimento delle Università, anche grazie ai preziosi contatti delle scienziate Capua e Gullino. «I 4 progetti finora lanciati riguardano spazi di competenza degli Atenei e le città coinvolte sono state Torino, Milano, Perugia e Palermo».
I nuovi angoli verdi che sorgeranno saranno dedicati, rispettivamente, a Lia Varesio, le STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), Vincenza Losito Baldasserini e Rosanna Pirajno: in un connubio tra scienza, ambientalismo, impegno sociale e femminismo, ognuno di questi progetti lancerà un messaggio forte. «L’orto botanico di Palermo, per esempio, è composto da una varietà enorme di piante, tutte provenienti dal Mediterraneo: un simbolo di convivenza e integrazione», racconta Borletti Buitoni. Nel capoluogo piemontese poi, «Patrizia Sandretto Re Rebaudengo si è talmente entusiasmata per la nostra iniziativa che sta ponendo le basi per un ‘weTree 2.0’ tutto torinese».
Se l’input è partito dal mondo Universitario, si è poi dimostrata essenziale anche la collaborazione e l’appoggio delle istituzioni locali e le associazioni. «L’adesione da parte dei sindaci delle rispettive città ad almeno 4 su 8 dei punti del patto WeTree significa molto in termini di impatto del messaggio ed è quindi essenziale per lo sviluppo ulteriore del progetto. Ma è altrettanto importante l’appropriazione della campagna da parte delle associazioni: a Perugia, ad esempio, ha aderito ad ‘Alberi Custodi’ anche Soroptimist, organizzazione non profit di promozione del lavoro femminile».
Se le organizzazioni sono un target importante, il primo obiettivo in termini di sensibilizzazione sono i cittadini stessi, i quali devono essere i protagonisti di un cambiamento di passo. «La pandemia ci ha insegnato a prestare una maggiore attenzione al contesto in cui viviamo: oggi più che mai, è necessario migliorare l’equilibrio con le altre specie viventi».
weTree si vuole proporre come vetrina di iniziative virtuose che necessitano di essere conosciute e replicate nel resto del territorio. «Attraverso i social network, le conferenze stampa, le riviste specifiche sui temi ambientali, ma anche un importantissimo passaparola, la nostra iniziativa continua ad acquisire sempre maggiore visibilità; ci arrivano tantissimi progetti nuovi da promuovere ogni giorno…cercheremo di segnalarli tutti, metterli in rete e dare loro un ‘cip’ condiviso, un cappello comune, così da farli diventare tasselli di un puzzle più complesso e ogni giorno più esteso».
«In un mondo che va sempre di corsa, e che non ha considerato le fragilità dell’ecosistema, weTree è l’occasione per parlare il linguaggio degli alberi», conclude la presidentessa dell’associazione.