Inquinamento da plastica, i rifiuti diventano reperti archeologici

| scritto da |

La plastica impiega tempi spropositati per degradarsi. Quante volte abbiamo sentito questa affermazione? Forse non abbastanza. Il problema dei rifiuti plastici in mare, lungo le coste e nelle acque interne, è tutt’altro che prossimo a risolversi. Dalla frammentazione in minuscole particelle tossiche all’ingestione da parte dei predatori marini, l’impatto ambientale che ne deriva è enorme. Sensibilizzare sul tema è tanto complesso quanto indispensabile. Tra gli altri, ci è riuscito sapientemente Enzo Suma, fondatore di Millenari di Puglia ed ideatore del progetto “Archeoplastica, il museo degli antichi rifiuti spiaggiati”. Senza aggiungere altro, approfondiamo attraverso le sue parole.

Enzo Suma, Millenari di Puglia

Ciao Enzo, come è nata e in cosa consiste questa particolare iniziativa di sensibilizzazione?

Abitando ad Ostuni, un paese costiero, da sempre ho un rapporto speciale con il mare e da diversi anni appena posso vado in spiaggia a raccogliere plastica. In passato ho sempre raccolto in maniera un po’ distratta, ma qualche anno fa notai un flacone di una protezione solare che riportava il prezzo in lire. Dopo una ricerca risultò essere del 1968 e pubblicai la foto su Facebook. Dai numerosi commenti capii che questi rifiuti così vecchi e ancora integri potevano essere utili per risvegliare le coscienze e mostrare alla gente che la plastica non si degrada mai, al massimo si frammenta in pezzetti microscopici. Così ho iniziato a conservare in questi ultimi anni tutti i rifiuti più vecchi, databili dalla fine degli anni ’50 fino a tutti gli anni ‘80. A febbraio di quest’anno ho ufficializzato il progetto allo scopo di realizzare un museo virtuale e mostre itineranti nelle scuole e ovunque sia possibile.

Indubbiamente un’idea innovativa per fare comunicazione ambientale, in quali contesti avete intenzione di applicarla?

Da quando è stato ufficializzato il progetto ho tenuto numerosi incontri online con scolaresche di tutta Italia. Durante questi incontri ho mostrato alcuni dei reperti più interessanti e fatto due chiacchiere con gli studenti sul perché è così importante proteggere il mare e quando la plastica può diventare un problema. Uno degli obiettivi principali del progetto è quello di coinvolgere le scuole con mostre itineranti per trasmettere le informazioni ai bambini e, di riflesso, ai loro genitori. In questo periodo estivo abbiamo già iniziato a far girare i reperti ‘archeoplastici’, come li chiamo io, grazie alla collaborazione di alcune realtà locali che si occupano di educazione ambientale. Da alcune settimane alcuni reperti e diverse foto sono in mostra nel castello di Bisceglie grazie all’associazione ZonaEffe. Da fine giugno ai primi di luglio i reperti erano presenti nei laboratori del Climate Space Festival di Melpignano. Dal 23 luglio, inoltre, verrà inaugurata una mostra per tutto il periodo estivo all’interno della meravigliosa torre costiera di Torre Colimena in Agro di Manduria. L’obiettivo è quello di far girare il più possibile i reperti della collezione di sensibilizzare quante più persone possibili.

Avete lanciato anche un crowdfunding. Quali traguardi avete raggiunto?

Il progetto è stato ufficializzato con un crowdfunding e in circa due mesi è stato raggiunto il primo obiettivo che ci consentirà di realizzare le principali azioni. La prima è la realizzazione di un museo virtuale che attualmente è pubblicato al sito www.archeoplastica.it anche se dovranno ancora essere caricati numerosi reperti. Il museo virtuale sarà anche il luogo dove comunicare e trasferire informazioni sul tema dell’inquinamento da plastica e sull’importanza della tutela del mare attraverso una sezione blob e scienza.

Altri obiettivi riguardano le mostre nelle scuole e nei luoghi pubblici dove si presenterà la possibilità di organizzare. Il crowdfunding è ancora attivo sul portale di produzionidalbasso.com con l’intento di raccogliere altri fondi per l’acquisto di altro materiale utile per la realizzazione delle mostre e per migliorare le esposizioni.

In conclusione, aspettative e prospettive future?

Partire è stato il passo più importante per poter iniziare a realizzare le prime mostre in giro per la Puglia. Per una questione logistica sicuramente le prime mostre verranno realizzate nel territorio pugliese. La speranza è che Archeoplastica possa continuare a crescere e raggiungere sempre più persone, anche nel resto d’Italia. Ci sono già numerose idee per lo sviluppo nel futuro del progetto ma attualmente, io e le persone che mi aiutano in questa piccola impresa, siamo concentrati nel realizzare al meglio le prime fasi del progetto. Mi auguro che in questo viaggio si possano stringere relazioni con le numerose realtà che su tutto il territorio nazionale operano attivamente per la tutela del mare, creando una rete che possa contribuire a quel processo di cambiamento necessario. Tutti noi ci aspettiamo avvenga il prima possibile, prima che sia troppo tardi.

Una campagna itinerante, quindi, nata proprio per comunicare l’importanza di un corretto smaltimento dei rifiuti. D’altronde, per far comprendere il problema della lenta degradazione della plastica, quale modo più immediato dell’esibire flaconi degli anni ‘50 rinvenuti in spiaggia?