Marco Cortesi e Mara Moschini, attori, registi e compagni di vita, da ormai due anni girano l’Italia con la loro telecamera per raccontare le storie di speranza e resistenza ambientale. Sono i Green Story Tellers, già alla loro seconda serie TV, con “Food Rescue”, su Infinity.
Cosa vi ha spinto a cimentarvi dal teatro alla TV e creare I Green Storytellers?
Siamo sempre stati attori, con una particolare predilezione verso il teatro: spettacoli d’inchiesta (uno fra tutti Rwanda) che portano sulle tavole del palcoscenico storie vere raccolte in giro per il mondo. Con la pandemia e la chiusura di tutti i teatri, la nostra attività fu letteralmente spazzata via senza alcun tipo di prospettiva per il futuro. Dopo i primi giorni di sconforto, decidemmo di tornare a fare ciò che ci riesce meglio: raccontare storie. Abbiamo raccolto e video documentato le storie di chi si batte in difesa dell’ambiente, persone semplici ma dal grande coraggio. Lotta alla pesca illegale, mobilità sostenibile, agricoltura contadina, slow travel, difesa dell’ambiente montano, moda sostenibile, contrasto alla plastica abbandonata ed economia di comunità: questi i temi della prima stagione di Green Storytellers.
La seconda stagione di Green Storytellers è interamente dedicata al tema dello spreco alimentare…perché questa scelta?
Si parla di cibo letteralmente ovunque: riviste, giornali, Tv, social. Siamo sommersi da immagini legate al cibo ma la produzione e la distribuzione di ciò che mangiamo ha un impatto molto pesante sul Pianeta. Con il cibo che sprechiamo ogni anno, un terzo del totale prodotto, non solo se ne vanno risorse preziose, ma si incrementano inquinamento e distruzione di interi ecosistemi.
E se questo non bastasse, circa 690 milioni di persone nel mondo soffrono la fame.
Sono dati impressionanti e inaccettabili, volevamo scoprire se e come fosse possibile invertire questo fenomeno. Così abbiamo viaggiato dal Nord al Sud della Penisola facendo tappa in sei grandi città, abbiamo incontrato associazioni, enti caritatevoli, giovani imprese e cuochi che con passione e onestà attraverso il recupero del cibo si battono per un sistema più equo e sostenibile.
Come può la comunicazione ambientale essere avvincente e farsi spazio in TV?
Abbiamo deciso di puntare sul tempo e sulla costruzione di un rapporto reale con le persone. La nostra è una troupe minimale, siamo solo in due e questo ci permette di creare una confidenza profonda con le realtà che incontriamo. Lo spettatore è così testimone di un reale diario di viaggio. Inoltre cerchiamo di essere parte di quello che accade, non stiamo a guardare, ci rimbocchiamo le maniche ed entriamo nell’azione. Ci siamo trovati a riempire carrelli di frutta e verdura alla chiusura di mercati rionali, a correre in bici in una grande città per recuperare eccedenze alimentari, a servire il pranzo a senza fissa dimora, a panificare con ragazzi rifugiati…Il risultato è una narrazione più dinamica e viva, una vera avventura da condividere con il pubblico.
Potete farci qualche esempio di storie vi hanno particolarmente colpito della nuova serie?
Difficile scegliere: ogni storia è differente e straordinaria. Uno degli episodio, ad esempio, è dedicato ad una associazione chiamata ReFoodGees, il cui scopo è quello di recuperare cibo invenduto presso il Nuovo Mercato Esquilino di Roma, uno dei mercati più grandi della Capitale. In circa 20 minuti di raccolta il cibo recuperato ammontava a 1240kg composti da alimenti letteralmente perfetti. Gli stessi sono stati distribuiti a famiglie in difficoltà e persone bisognose.
Tra i protagonisti anche 6 chef (pluristellati) impegnati nella lotta allo spreco.
Le storie che raccontate cambiano anche la vostra vita?
Siamo sempre stati attenti a non sprecare cibo ma ora siamo davvero ossessionati!
Questo è accaduto anche in occasione della prima stagione: abbiamo iniziato a raccogliere plastica, ad usare di più la bici, a godere di una passeggiata nel bosco, a riciclare tutto il possibile…
Green Storytellers è ora anche uno spettacolo teatrale, giusto?
Esattamente. In calendario davanti a noi (complice una maggiore tranquillità sul fronte Covid) quasi un centinaio di date per raccontare la sostenibilità a teatro. Abbiamo creato uno spettacolo nel quale raccontiamo 4 storie personalissime che ci hanno permesso di riscoprirci più Green. Lo facciamo con ironia, entusiasmo e positività, cercando anche di far sorridere (addirittura ridere!) il pubblico. Il tutto senza mai perdere la serietà dell’approccio scientifico. L’accoglienza della gente ci sta davvero sorprendendo!
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