Il mondo che conosciamo e amiamo non si salva da solo, anzi. Chi si impegna per cercare di cambiare le cose oggi è ancora una minoranza dell’umanità. Vi sono però persone che alla difesa del Pianeta e del prossimo hanno dedicato la vita, le cui storie possono essere di ispirazione per chi voglia diventare un “green warrior” o che possono aiutare a far aprire gli occhi a chi oggi non capisce che la salvaguardia dell’ecosistema riguarda tutti noi. L’associazione ColorEsperanza ha deciso così di raccontare la vita di 16 donne letteralmente… favolose: questo è il titolo del libro edito da Porto Seguro di cui ci ha parlato Roberto Codazzi, presidente di ColorEsperanza.
Chi sono le 16 donne favolose e perché il loro esempio dovrebbe essere conosciuto da tutti?
Le donne di cui si parla nel libro sono persone nate in diversi continenti che si sono battute o si stanno battendo per migliorare la comunità in cui vivono. Molte di loro si sono spese su temi ambientali, per esempio Berta Caceres ha pagato con la vita la scelta di difendere il territorio dove vive il popolo Lenca, di cui fa parte, dalla costruzione di una diga in Honduras che li avrebbe obbligati ad abbandonare le terre che considerano sacre, o Patricia Gualinga che lotta per la difesa dei diritti del Pueblo Kichwa de Sarayaku, una comunità indigena dell’Amazzonia ecuadoriana, opponendosi all’appropriazione indebita delle loro terre da parte di imprese estrattive. Si racconta anche la vicenda che ha portato all’omicidio della giornalista italina Ilaria Alpi, assassinata mentre stava indagando su un traffico di rifiuti tossici tra l’Italia e la Somalia.
Come nasce l’idea del libro? Il fatto che sia scritto a più mani è stato più una difficoltà o un valore aggiunto?
Le storie e gli insegnamenti delle donne favolose sono per noi fondamentali perché riescono a far capire come ognuno di noi possa e debba attivarsi per il Pianeta. Il primo strumento di divulgazione ambientale che abbiamo utilizzato è un murale dipinto dall’associazione ColorEsperanza a Cernusco sul Naviglio dove vengono rappresentati i volti delle donne insieme ai fiori che caratterizzano il loro paese o regione. L’idea del libro, che trasforma le biografie delle donne in favole tradizionali con animali che parlano, per intenderci, è quella di rendere i volti e le storie riconoscibili anche ai bambini e alle bambine che passano davanti all’opera per andare a scuola; creare una coscienza che si possono cambiare le sorti di una comunità, difendere l’ambiente, ampliare la conoscenza scientifica, attraverso azioni di pressione, collettive e coordinate.
Abbiamo deciso di scrivere il libro a molte mani scegliendo le autrici e gli autori tra persone che provengono da culture diverse. Questa eterogeneità è stata un valore aggiunto per il libro perché ha permesso di esplorare diversi universi di riferimento dove ogni autrice o autore si è richiamato alle storie della propria infanzia ascoltate in Cile, Venezuela, Repubblica Dominicana, Stati Uniti o Europa. Pur essendo un volume unico e coerente è possibile trovare animali e ecosistemi tipici dei diversi luoghi di origine degli autori o delle donne, un piccolo viaggio attraverso il pianeta, anche da un punto di vista ambientale.
Le storie di queste donne favolose ci insegnano che la Terra è un pianeta troppo bello per non impegnarci per esso. Ma sono ancora tanti coloro che non ascoltano. Secondo te cosa serve perché la comunicazione e l’informazione ambientale siano davvero efficaci?
Spesso mi colpisce come le persone non realizzino che le azioni hanno degli effetti. Si guarda ai risultati senza analizzare le cause come se i comportamenti individuali non avessero una qualche responsabilità su quello che succede. Fortunatamente, sui temi ambientali, le nuove generazioni arrivano molto più attrezzate di chi le ha precedute e aiutano a riflettere e a cambiare gli stili di vita meno sostenibili. Fare comunicazione ambientale raccontando storie può servire anche se spesso sono i vissuti personali che provocano i cambiamenti più duraturi nel tempo. La cosa positiva è che spesso una scelta consapevole a favore dell’ambiente si traduce anche in un miglioramento per il benessere di vita della persona che la compie.