Il nuoto in acque gelide è una disciplina sportiva vera e propria. “Un mix di coraggio e prudenza”, come lo definisce uno dei suoi massimi rappresentanti, Enzo Favoino. Tra le tante attività, ricercatore alla Scuola Agraria del Parco di Monza e Coordinatore Scientifico di Zero Waste Europe, ma anche amico del Keep Clean and Run e componente del Comitato Scientifico di AICA – conosciamo meglio la sua esperienza come sportivo e comunicatore per l’ambiente.
Enzo, in che cosa consiste l’ice swimming? Come nasce la tua passione per questo sport?
L’ice swimming è uno sport codificato, non (solo) una pazzia per pochi. A febbraio si svolgeranno infatti i Campionati Mondiali in Polonia – abbiamo una nostra squadra nazionale, io stesso ho rappresentato l’Italia due volte – ed è in corso il riconoscimento come disciplina olimpica invernale. Si pratica ad una temperatura inferiore ai 5°C in assetto da nuoto standard: costume, occhialini e cuffia.
Questo sport è per me la naturale estensione del mio amore per il nuoto in acque libere. Mi ero accorto che diventavo un po’ triste nella stagione invernale, così nel 2015 ho scoperto un gruppo di “gelidisti” che si allenava nei laghi prealpini a basse temperature. Ovviamente, mi sono unito a loro, e praticando mi sono accorto di avere, oltre che una grande passione per questo sport, anche una forte attitudine che mi consente di affrontare sfide a loro modo estreme.
Sei riuscito anche a portare una piccola rivoluzione, integrando un forte messaggio ecologista. Lo sport può essere quindi uno strumento della comunicazione ambientale?
Assolutamente sì. Il nuoto in acque gelide ha un forte potenziale comunicativo: riuscire a nuotare per 1 km a 5°C fa notizia, e puoi farlo appressato alla riva affinché tutti possano vederti e sentirsi partecipi dell’iniziativa. Ci piace utilizzare un linguaggio inclusivo: soprattutto durante le eco-nuotate collettive, l’obiettivo è arrivare tutti insieme, vedere la gente pronta ad accoglierci con striscioni e slogan ambientali, come “No alle plastiche nei mari!”.
Ho dunque convinto il gruppo degli Ice Swimmers a darci un’identità ambientalista, mettendo a disposizione due temi che per indole e inclinazione lavorativa mi stanno a cuore: il cambiamento climatico e la lotta contro la dispersione di plastiche e di microplastiche nei mari.
Abbiamo quindi creato il motto “Be cool, keep it cold!” e uno striscione, che portiamo sempre con noi durante le gare del circuito internazionale e nelle nostre eco-swims. Questo messaggio di sensibilizzazione attira interesse e attenzione anche da parte degli altri gruppi di nuotatori stranieri. Il tema del “responsible swimming”, del nuoto responsabile, coinvolge e crea una comunità. Siamo immersi per ore in acque che potrebbero non raggiungere più le temperature “gelide” a causa del riscaldamento globale, ma soprattutto rischiamo sempre più di nuotare in un mare o in un lago che si trasforma in una zuppa di plastica.
Temi che hai portato all’attenzione anche domenica 23 gennaio, lungo il Naviglio.
Sì, una nuotata di 2 km circa nel tratto forse più bello del Naviglio Grande, che ho affrontato da solo, a differenza di altre eco-swims che abbiamo fatto in gruppo, sia per la sua natura più “estrema”, sia per le complessità relative al conseguimento delle autorizzazioni.
Ad agosto invece ti vedremo nuotare nel Lago Bajkal. Quali sono le tue sensazioni?
Lo dico con un hashtag: #nonvedolora! È il lago più profondo al mondo (1600 m), la massa di acqua dolce più grande del Pianeta, nel cuore della Siberia, con un ecosistema incredibile. Davvero, non vedo l’ora.
Il lago ora è ghiacciato, e lo sarà fino a giugno, mentre la temperatura ad agosto sarà tra i 5 e i 10°C. Si farà una staffetta internazionale di 120 km, composta da 15 nuotatori selezionati. Oltre ad essere chiamato a rappresentare l’Italia, andrò in veste di ambasciatore di Let’s Do It World, il network globale che organizza ogni anno il World Clean Up Day a settembre. Sono già in contatto con il gruppo internazionale e con quello russo: sarò lì qualche giorno prima della gara, sia per acclimatarmi che per dare il mio contributo prendendo parte a convegni, eventi di pulizia e manifestazioni.
Ci saranno altre sfide ed eco-swims, individuali o di gruppo, nel percorso di avvicinamento. Ad esempio, pensiamo ad una riedizione della nuotata fredda di 8 km circa nel tratto terminale del Ticino, da Pavia alla confluenza nel Po, che feci a maggio 2019 nell’ambito del Keep Clean and Run.
Per chi volesse seguirmi, lo può fare principalmente tramite la mia pagina Facebook. Purtroppo, tra impegni professionali e sportivi, ho poco tempo per i social. Ma le informazioni essenziali ci saranno, spesso vengono rilanciate da altri gruppi di nuotatori che sostengono queste iniziative, e comunque mi appoggerò a diversi canali – inclusi i vostri – per valorizzare questi messaggi per l’ambiente. Penso a qualcosa di più strutturato, come un diario, per l’avventura attraverso il Bajkal. L’ho già detto, lo ripeto: #nonvedolora, sarà un’esperienza incredibile.