Fermare la cementificazione selvaggia mettendo in luce il costo finanziario della perdita di suolo: ognuno può fare la sua parte
Quanto costa a una comunità rinunciare a un ettaro – o anche solo a un metro quadrato – di suolo libero, impermeabilizzandolo? È a partire da questo quesito che il Forum ‘Salviamo il paesaggio’ ha ideato una nuova campagna di sensibilizzazione sul consumo di suolo in Italia.
Secondo i dati Ispra, il costo medio subìto sotto il profilo economico è di 100 mila euro/anno per ciascun ettaro di suolo impermeabilizzato, una media di 10 euro/anno per ogni metro quadrato. “Una cifra importante – scrive il Forum sulla pagina web dedicata all’iniziativa – un costo rilevante che se venisse calcolato nei bilanci di ogni Comune italiano renderebbe palese il danno – anche economico/finanziario – patito dalle nostre comunità”. Pertanto, invitano a richiedere ai consiglieri del proprio Comune la presentazione di una mozione per un “corretto calcolo in bilancio dei costi derivanti da consumo di suolo” di modo da far conoscere a tutti il costo, ambientale e non, della cementificazione.
Il consumo di suolo è uno degli impatti antropici, dalle forti ripercussioni, più evidenti. Eppure, non sembra subire battute d’arresto. “Nel 2020, nonostante i ripetuti lockdown – ha spiegato Massimo Mortarino, referente torinese del Forum e coordinatore dell’iniziativa – le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 56,7 chilometri quadrati, più di 15 ettari al giorno. Le conseguenze sono anche economiche: i costi nascosti, dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici che il suolo non è più in grado di fornire a causa della crescente impermeabilizzazione e artificializzazione degli ultimi otto anni, sono stimati in oltre tre miliardi di euro annui che si aggiungono ai costi fissi accumulati negli anni precedenti”.
Per questo motivo, il Forum invita all’azione. La campagna promossa prevede così delle ‘Istruzioni per l’uso’ affinché chiunque possa mettere in luce la necessità di fermare il consumo di suolo. La proposta è semplice: far presentare al proprio comune di appartenenza (“da un consigliere di opposizione amico, ad esempio”) una mozione (di cui allegano un .pdf pronto all’uso) “volta a deliberare l’arresto totale e immediato del consumo di suolo libero, inserendo in bilancio il costo finanziario causato dalla cementificazione”.
Un’azione necessaria tanto più ora che “la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi” è in Costituzione. L’attività economica, spesso forza motrice del consumo di terreno permeabile – come ricorda anche il nuovo articolo 41 della nostra principale fonte del diritto – dovrà infatti avvenire senza recare danno alla salute e all’ambiente.