Com’è possibile che nel 2022 non ci sia ancora un diritto nella Dichiarazione universale dei diritti umani che tuteli un pianeta in salute e quindi la vita terrestre? BirdLife si batte dal 2020 per far valere tale aggiunta con la campagna #1Planet1Right.
In un momento storico e impegnativo come quello dell’inizio della pandemia da Covid-19, ci si è finalmente accorti di come gli equilibri umani siano strettamente interconnessi agli equilibri naturali. È in questo contesto che nasce il progetto #1Planet1Right (“Un pianeta, un diritto”) a sostegno dell’inserimento della conservazione della natura nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Per quanto sia strano che il diritto a vivere in un ambiente naturale sano non abbia una storia né ancora un presente, sono numerosi gli indizi che suggeriscono debba avere un futuro.
Secondo “una definizione pratica”, il raggiungimento dello sviluppo sostenibile, è “la capacità di negoziare i bisogni e i desideri ambientali, sociali ed economici delle generazioni presenti e future” (Pezzullo e Cox, 2018, p. 43), umane e non. Ciò implica che: lo sviluppo sostenibile verso cui i governi di tutto il mondo si stanno orientando, “il pieno esercizio di un’ampia sfera di diritti umani”—come sostiene il direttore generale di BirdLife, Patricia Zurita—e la prosperità terrestre si affidano alla necessità che un pianeta in salute possa essere riconosciuto come diritto universale e preservato.
La strategia di BirdLife atta a promuovere la campagna #1Planet1Right si adatta all’universalità del diritto patrocinato, restando fedele al Brundtland Report o Our Common Future (1987) della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED): quest’ultimo dichiara l’importanza del “sostegno diffuso” e del “coinvolgimento di un pubblico informato e delle ONG, della comunità scientifica e dell’industria” (WCED, 1987, p. 25) nel realizzare qualsiasi progetto di tutela ambientale e umana.
900 sono ad oggi le organizzazioni e le aziende che supportano la campagna tra cui Patagonia, Client Earth e Global Pact for the Environment; più di 100.000 i firmatari che ora—contestualmente al centesimo anniversario dell’ONG—si orientano verso i 500.000. Personalità quali il Dr. David Boyd, relatore speciale delle Nazioni Unite per l’ambiente e i diritti umani, e il Prof. Philippe Sands, avvocato di giustizia internazionale, sostengono attivamente la campagna. Quest’ultima coinvolge, quindi, tutti. Tramite un approccio trasversale alla vita per il quale nessuno viene escluso.
BirdLife mette a disposizione una serie di semplici letture che permettono di comprendere e approfondire le numerose tematiche in supporto al diritto. La responsabilità ad informarsi diventa, in questo caso, una necessità vitale.