La ricetta vincente di Tilos, l’isola “green” della Grecia

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L’etimologia della parola Ecologia affiora le proprie radici nel termine greco οἶκος, oikos, “casa“. Anche se l’ecologia moderna è nata del XIX secolo, con lo scienziato tedesco Ernst Haeckel e la coniazione dello stesso termine, l’attenzione per l’ambiente era già diffusa tra i pensatori greci come Teofrasto e in alcuni filosofi presocratici (come Talete, Anassimandro, Anassimene) che mostrarono particolare interesse per questo tema nel trattare l’archè, il principio costruttivo della materia.

La Grecia di oggi è profondamente diversa da quella di un tempo, questo è noto, ma c’è un posto in particolare che si sta distinguendo negli ultimi anni per un’attenzione particolare per “la cura della propria casa”. È l’isola di Tilos, un atollo di appena 64 km quadrati dell’arcipelago del Dodecaneso. La Grecia ha circa 200 isole popolate, molte delle quali sperimentano ancora blackout durante l’enorme flusso turistico estivo e lottano per far fronte alle discariche traboccanti, normalmente nascoste tra le colline.

Tilos si aspetta 30.000 visitatori quest’estate, mentre la vicina isola di Rodi riceverà più di 2 milioni solo per via aerea. Non essendo una delle mete turistiche più battute l’isola, ha passato momenti bui legati alla diminuzione di popolazione tant’è che nel 1990 vi erano solo 270 residenti e, a causa delle poche nascite, la scuola rischiava di chiudere. Nel corso degli anni, grazie alle persone che hanno deciso di rimanere (come il sindaco, Maria Kamma-Aliferi) si è potuto invertire la rotta con un cambiamento radicale.

Tilos, nel corso degli anni, è riuscita ad avviare un percorso di sostenibilità che punta ad obiettivi ambiziosi, come l’essere la prima isola autosufficiente energicamente al 100% di tutto il Mediterraneo e diventare un modello nel mondo del riciclo dei rifiuti. Per il primo punto, nel settembre del 2017 con i fondi europei e autofinanziamento è stato avviato un progetto pilota di 18 mesi per creare una micro-rete ibrida che riesca a generare e immagazzinare energia. Tilos è oggi totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico.

A renderla autonoma è una stazione ibrida che sfrutta l’energia eolica e solare con la possibilità di stoccaggio in batterie grandi quanto dei rimorchi e sempre attive. L’impianto garantisce l’80-85% di autonomia energetica per due mesi durante l’anno, mentre in inverno la percentuale sale fino al 100%. Sull’isola, inoltre, circolano solo veicoli elettrici sia per il trasporto di persone sia delle merci e perfino i cartelli informativi luminosi alle fermate degli autobus sono alimentati da pannelli solari.

Il sole tramonta dietro una turbina eolica sull’isola di Tilos, nel Mar Egeo, nel sud-est della Grecia, lunedì 9 maggio 2022. Nel decidere dove testare la tecnologia verde, i politici greci hanno scelto il punto più remoto sulla mappa, la piccola Tilos. Fornire elettricità e servizi di base, e persino l’accesso in traghetto è tutta una sfida per quest’isola di soli 500 abitanti tutto l’anno. (AP Photo/Thanassis Stavrakis)

La sensibilità verso questi temi ha portato al secondo obiettivo per Tilos, cioè diventare la prima isola interamente green al mondo che – di fatto – non produca spazzatura domestica. Un proposito sfidante per una nazione, come la Grecia, che nel 2019 aveva un tasso di riciclo di rifiuti urbani pari al 21%[1] (al quartultimo posto tra i paesi UE). Per questa ragione, Tilos è stata inserita da parte del ministro dell’ambiente greco, Kostas Skrekas, nel programma ‘Just Go Zero’, che si pone l’obiettivo di creare un nuovo modello di riciclo dei rifiuti solidi che faccia scuola in tutto il mondo. Il tasso di riciclo dal lancio del programma ha raggiunto l’80%, portando alla chiusura della discarica dell’isola.

Le ombre dei visitatori si vedono nell’antica discarica sull’isola di Tilos nel Mar Egeo dove sono stati seminati fiori (AP Photo/Thanassis Stavrakis)

La vecchia discarica è stata sostituita con un impianto di riciclaggio in cui la spazzatura viene separata su tavoli di smistamento in acciaio per produrre vetro in polvere, miscela di cemento, fertilizzante compost, cartone compresso e fusti di carta e spago di plastica che una galleria d’arte utilizza per realizzare divani e mobili stampati in 3D.

Una donna anziana prende un sacchetto di riciclaggio dopo che i lavoratori hanno raccolto la spazzatura da casa sua (AP Photo/Thanassis Stavrakis)

L’impianto attualmente tratta circa 2 tonnellate di rifiuti a settimana, la maggior parte dei quali è completamente riciclata. Circa un terzo è compostato e il 15% – classificato come “non riciclabile” – viene sterilizzato e triturato per essere utilizzato nell’edilizia.

L’azienda utilizza un’applicazione per prepararsi ai rifiuti in arrivo pesati ad ogni ritiro di casa. In sostanza ai residenti, cui è stato consegnato un kit ad hoc, viene chiesto di lavare e separare i rifiuti domestici.

Il fondatore e CEO della società di riciclaggio Polygreen, Athanasios Polychronopoulos, indica un display che mostra i dati di un impianto di riciclaggio costruito sulla vecchia discarica sull’isola di Tilos.

Grazie all’impegno profuso e ai risultati raggiunti, Tilos ha ottenuto diversi riconoscimenti nel corso degli anni, fra cui il premio EU Responsible Island Prize per la transizione alle energie rinnovabili locali a livello europeo, nonché portando altre isole delle Grecia a seguire le orme dell’”isola green”.


[1] Fonte: Recycling rate of municipal waste, Eurostat