Anche quest’anno, si svolgono a Roma gli importanti appuntamenti del Festival della Diplomazia. Dal 20 al 28 ottobre, in diverse sedi e articolato in convegni, workshop, tavole rotonde e mostre, con ben 350 relatori da tutto il mondo ed eccellenze della diplomazia, per sottolineare lo spirito internazionale della Capitale, che ospita almeno il doppio delle sedi diplomatiche rispetto ad altri Paesi.
La nuova edizione è concepita come una mini-Expo. Ambasciatori, rappresentanti istituzionali, esperti, giornalisti, addetti ai lavori e studenti si confrontano su temi legati alle trasformazioni del mondo post pandemia, ai nuovi equilibri geopolitici ed economici. Si apre la riflessione sull’importanza della tutela dell’ambiente e del clima e la conoscenza delle avanguardie tecnologiche, dal metaverso all’intelligenza artificiale. Gli appuntamenti si sviluppano in varie parti della città, dal Centro Studi Americani alle diverse università della Capitale, fino allo Spazio Europa della UE.
Le importanti metamorfosi geopolitiche e l’attenzione internazionale alle tematiche energetiche pongono la divulgazione delle attuali problematiche ambientali e climatiche al centro delle iniziative del Festival. Tra i focus analizzati, generando dibattito con la cittadinanza, ritroviamo quello relativo all’attuale industria automobilistica.
Nel corso delle varie giornate esperti e diplomatici si confrontano sulle migliori strategie legislative, comunicative e politiche per comprendere se le auto a combustione interna siano una tecnologia superata. I motori di tali auto hanno una scarsa efficienza energetica, sono difficili da costruire e richiedono costosi sistemi di filtraggio delle emissioni. In altre parole, sono di fatto un fattore negativo per la sostenibilità ambientale.
La Commissione europea e il Parlamento di Strasburgo hanno fissato al 2035 lo stop per le vendite di autovetture con motori a combustione. Tuttavia, la decisione trova ancora contrari molti Paesi europei che avanzano resistenze, segnalando le contraddizioni insite nell’elettrificazione della mobilità, a partire dalla tecnologia delle batterie, che oggi è il principale ostacolo alla diffusione delle auto elettriche e alla riqualificazione dell’intera filiera dei motori a combustione.
Le istituzioni diplomatiche hanno raggiunto la consapevolezza che la dimensione umana della mobilità alimenti sempre più il dibattito sulle prospettive dei trasporti e sulla diversificazione energetica. Sarà proprio questa energia ad aiutare la comprensione del futuro e della sua sostenibilità. Le trasformazioni climatiche e le nuove rotte economiche che il mondo post pandemia dovrà percorrere nella transizione verso nuovi equilibri anima le discussioni della diplomazia, a partire dal concetto stesso di mobilità pubblica e privata.
L’inflazione dei costi, l’attività a singhiozzo della catena di approvvigionamento e i problemi della spedizione hanno comportato tempi di attesa da 6 a 12 mesi o più per alcuni modelli di autovetture. A causa di ciò, alcuni consumatori hanno semplicemente deciso di cambiare le proprie scelte di consumo e guardare al mondo dell’elettrico. Tuttavia, il passaggio ai veicoli ibridi o elettrici (EV) non sta ancora avendo l’impatto immaginato. Nella mente di molti consumatori, i vantaggi dei veicoli elettrici in termini ambientali non ne giustificano il prezzo. Sono in molti ad essere preoccupati per la velocissima evoluzione tecnologica dei modelli che renderebbe nel giro di qualche anno superato il modello acquistato.
Ogni marchio di un veicolo elettrico ha le proprie tecnologie proprietarie, stazioni di ricarica, cavi, porte e questo crea incertezza da parte del consumatore soprattutto con più fornitori per la ricarica che si aggiungono a questo mix e gli esperti economici e della diplomazia si stanno interrogando sull’importanza di presentare un messaggio universale, accompagnato da regole giuridiche e commerciali abbastanza amalgamate, per far comprendere l’importanza della mobilità sostenibile, ritornare a recuperare la fiducia nei consumatori e presentare nuovamente al mondo l’essenzialità dell’azione diplomatica anche nell’inseguire modelli di sviluppo sostenibile in rapporto alla mobilità cittadina e privata.