“Le fonti di inquinamento dei vari SIN (Siti di Interesse Nazionale ai fini della bonifica, ndr) d’Italia presentano delle differenze, ma uguali sono gli effetti sulla popolazione in termini di dolore, sofferenza, morte. Le magliette bianche ci uniscono da nord a sud in nome del rispetto dell’ambiente e quindi della nostra salute.”
Così si raccontano le Magliette Bianche Italiane, che raccolgono le associazioni, i comitati ma anche semplici cittadini che si battono per l’immediata bonifica dei SIN, le zone più contaminate d’Italia, dove vivono circa 5,9 milioni di persone.
Ne parliamo con un rappresentante del collettivo di Livorno, che vive all’interno del SIN di Livorno-Collesalvetti.
Perché proprio le magliette bianche?
La maglietta bianca, oltre ad essere un indumento comune ed economico, che chiunque possiede, è ben visibile soprattutto quando si è in tanti. Cattura l’attenzione ed è fortemente simbolico, anche più di una bandiera. Il colore bianco richiama infatti la purezza, la nonviolenza, ed è la nostra richiesta di rispetto, bonifica dei nostri territori e tutela della salute.
Cosa chiedete?
Chiedamo di intervenire alla bonifica dei SIN italiani, che aspettano da decenni. Chiediamo pubblicamente alle istituzioni competenti tutele ambientali e sanitarie, ad esempio screening sanitari pensati appositamente per queste zone, studi epidemiologici di microarea. La cosa incredibile è che in tanti SIN come a Livorno si continua a produrre.
Quali sono i vostri slogan e i metodi di comunicazione?
Prima del Covid scendevamo spesso in piazza, con i nostri manifesti e striscioni, la parola SIN compariva ovunque, come un macabro ritornello. Il più frequente è “Cosa è stato fatto SINora?” oppure “Al diSINteresse rispondiamo con l’interesse”.
Ora stiamo ricostruendo la rete e aspettando il momento giusto per una assemblea nazionale e una manifestazione in tante piazze d’Italia.
Avete recentemente realizzato un video?
Sì, con una prima parte più didascalica, nella quale si racconta cosa è un sito SIN e le leggi, e le richieste. La voce è artificiale, proprio per evidenziare di più l’umanità e la drammaticità delle testimonianze che seguono. Vari cittadini nei siti SIN d’Italia virtualmente hanno dimostrato solidarietà. È fondamentale fare rete, per noi cittadini delle zone SIN, sia per scambiarci info utili sia per creare sensibilizzazione.
Nel video si vedono le testimonianze dei cittadini di Augusta Priolo e Melilli, di Taranto che denunciano le polveri tossiche che sono costretti a respirare, dei cittadini di Massa e Carrara che ricordano la mancanza del registro dei tumori, di Sulcis che aspettano da decenni le bonifiche, di Piombino che denunciano la tragicità delle malformazioni e delle malattie dei bambini, di Gela, di Casale Monferrato, di Mantova, della Val Basento, di Bussi sul Trino, di Cengio e Salceto, di Marghera e Mestre, di Trieste, di Brescia, di Manfredonia, di Falconara e di Orbetello, di Milazzo – tutti chiedono miglioramenti e garanzie.
"Essere Sin non è un marchio di qualità di cui vantarsi, ma di negatività, che portano ad alti rischi alla salute e all'ambiente. Quanto ancora dovremmo attendere per perdere questo marchio?"