Marche, Emilia-Romagna e Basilicata le regine d’Italia degli acquisti vintage e second hand

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Pochi giorni fa si è chiusa la Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti, che vede nel riuso uno dei temi principali. Secondo alcuni studi, il mercato del second hand e del vintage in Italia vale circa 24,5 miliardi all’anno: una quota importante che ha spinto il portale informativo Time2play a condurre un’indagine online su un campione di mille donne e uomini italiani per capire meglio in quali regioni si compra di più di seconda mano, quali articoli si acquistano più frequentemente, se sono ancora i mercatini dell’usato i preferiti rispetto ai negozi vintage o agli acquisti online.

Già a livello territoriale, arrivano le prime sorprese: nonostante Milano sia la capitale dei negozi vintage e second hand, Marche, Emilia-Romagna e Basilicata sono al vertice di questa speciale classifica. Infatti, l’85.1% dei cittadini marchigiani sceglie di acquistare vintage e beni di seconda mano. A seguire l’Emilia-Romagna (83.5%) e la Basilicata (80%). In coda Valle d’Aosta e Molise, con solo un utente su tre che acquista vintage o di seconda mano, anche a causa della scarsità di negozi o mercatini vintage. 

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Ma cosa si compra? Al primo posto l’abbigliamento (45%) seguito dai libri al 24%. Molto più staccato l’arredamento, con il 7%. Scarso interesse invece per i cosmetici e i prodotti per la persona, visto che complessivamente non li comprerebbe mai quasi oltre il 57% degli intervistati.

Sono passati di moda invece i gloriosi mercatini delle pulci: alla domanda se si preferisca acquistare articoli di seconda mano online o nei negozi, il 43.6% degli intervistati ha risposto “online, su siti internet dedicati”. Il 32.8% preferisce ancora fare acquisti nei mercatini di usato e antiquariato, il 14.6% compra nei negozi vintage, il 6.3% compra “online, su pagine e gruppi social”, mentre il 2.7% acquista prodotti di seconda mano da familiari, amici e conoscenti. 

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Infine, perché si compra vintage e di seconda mano? Il 49.5% sceglie vintage per ragioni di convenienza, il 32.1% per la sostenibilità. il 15.3% per via dell’unicità dei prezzi acquistati e il 3.1% a causa del rialzo dei prezzi. E per quanto riguarda il profilo di chi compra vintage e second-hand, analizzando i dati che abbiamo raccolto, i ricercatori affermano che il 95.4% di chi sceglie vintage crede nell’economia circolare, mentre il 63,5% non pensa che il mercato di seconda mano sia caro, e oltre il 60% vende a sua volta capi e oggetti di seconda mano.


Per consultare lo studio completo: https://time2play.com/it/blog/italia-di-vintage-e-second-hand/