Le innumerevoli conseguenze dell’attuale pandemia dimostrano che il benessere di ogni ecosistema presente sulla Terra non dovrebbe essere trascurato in quanto uno è concatenato all’altro, in una logica di dipendenza reciproca. L’obiettivo del One Health Joint Plan of Action (OH JPA) è proprio quello di promuovere una salute integrata che includa, attraverso un unico approccio, quella umana, ambientale e animale.
Il OH JPA è stato siglato il 17 ottobre scorso da una collaborazione quadripartita tra l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Mondiale per la salute degli animali (OIE). One Health punta a superare l’isolamento scientifico nella scelta degli approcci da adottare per far fronte a nuove sfide in materia di salute pubblica, in favore di “un quadro per un’azione collettiva e coordinata” che prenda in considerazione l’interdipendenza tra la salute dei diversi ecosistemi terrestri. Ciò accadrebbe promuovendo, tramite un processo partecipativo, l’istituzionalizzazione, la condivisione e l’integrazione di dati e conoscenze scientifiche “tra più soggetti e discipline”, rafforzando “la collaborazione, la comunicazione, l’advocacy e il coordinamento tra tutti i settori responsabili di affrontare le problematiche sanitarie nell’interfaccia uomo-animale-pianta-ambiente”. Oltre a ciò, concettualizzando le sfide su scala più ampia così da garantire la presenza di “protocolli per l’allerta e la gestione intersettoriale delle minacce, nonché di processi decisionali congiunti per soluzioni sostenibili e olistiche”.
Acclamato dalla Società Italiana di Igiene (SItI), il OH JPA è riconosciuto tra i “principi guida dell’accordo internazionale per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie”, attualmente in fase di negoziazione. L’unione fa la forza insomma e, in questo caso, crea una consapevolezza ambientale tale per cui il cambiamento climatico e, di conseguenza, il nostro rapporto disfunzionale con la natura sono finalmente riconosciuti tra i fattori scatenanti di queste terribili pandemie, esasperate dalla globalizzazione. Questi virus “derivano da una serie di cambiamenti ambientali che fanno sì che, ad esempio, alcuni vettori possano sopravvivere in zone del mondo in cui prima non sopravvivevano” sottolinea Roberta Siliquini, socia SItI. L’approccio One Health garantirebbe “una salute per tutti e una salute integrata” atta a promuovere l’equilibrio tra persona, ambiente e mondo animale. Per implementare One Health, SItI mette a disposizione le proprie competenze per favorire “politiche, sinergie e buone pratiche” a livello “multiprofessionale e multidisciplinare” aggiunge Siliquini, ad esempio, in virtù di una corretta gestione del territorio per vivere in maniera sana nell’ambiente che ci circonda.