“European Extreme Events Climate Index” è un progetto promosso da IFAB, ente di ricerca che si occupa di big data e intelligenza artificiale, CMCC (Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e Leithà, società impegnata nello sviluppo dei dati.
L’obiettivo è quello di definire un set di indici per la valutazione e la simulazione dei pericoli legati ad eventi atmosferici estremi. Questi vengono adeguati e finalizzati ad essere operativi nel contesto geografico, fisico, climatico ed economico del continente europeo. Attraverso questa misurazione, il progetto mira infatti ad aprire nuove opportunità nella valutazione dei danni e nella creazione di una cornice entro cui avviare adeguati processi decisionali.
Questa iniziativa nasce dall’evidente aumento della frequenza e della severità degli impatti meteo-indotti (quali ondate di calore, alluvioni, tempeste di vento) e le relative conseguenze che ledono la sicurezza delle comunità:
«[…] diviene fondamentale avere a disposizione strumenti speditivi che restituiscano elementi chiari e facilmente confrontabili nello spazio e nel tempo circa le caratteristiche degli eventi atmosferici che hanno indotto tali eventi».
Gli indicatori climatici rappresentano pertanto un mezzo sintetico e consolidato, utilizzabile da enti pubblici, imprese e decisori politici per disporre di parametri di riferimento comuni e condivisi nell’analisi dei danni economici emergenti da eventi climatici estremi.
Nasce così l’European Extreme Events Climate Index – E3CI. Presentato nel 2021 alla comunità internazionale, è il primo indice sviluppato in Europa che risponde alle esigenze di monitoraggio dell’occorrenza e degli impatti di questi eventi. E3CI è un “indice di indici”, vale a dire una sintesi di cinque componenti relative a diverse dinamiche atmosferiche: ondate di calore e di freddo, siccità, precipitazioni e venti estremi. Sul sito di IFAB, è possibile approfondirne il funzionamento e avere libero accesso alla mappa di monitoraggio. In generale, i dati provengono da vari programmi europei sul tema, raccolti dallo European Centre for Medium-Range Weather Forecast e dal database dell’osservatorio europeo Copernicus.
L’indice è applicabile in ambito pubblico, per il supporto nell’implementazione di politiche di sviluppo sostenibile, per il monitoraggio e la sensibilizzazione dei comparti produttivi, chiamati a valutare strategie di resilienza e di adattamento ai cambiamenti climatici. E3CI si rivela senz’altro utile anche per l’adeguamento delle tariffe dei primi assicurativi e come indicatore in ambito finanziario.
European Extreme Events Climate Index è dunque il prodotto di un lavoro scientifico congiunto, reso accessibile al pubblico grazie ad una comunicazione efficace. Il linguaggio divulgativo viene abbinato ad un’immagine coordinata dell’indice e ad un’agenda definita di appuntamenti che permettono di fare esperienza di questo strumento.
Ultimo ma non ultimo, l’evento hackathon del 17 e del 18 gennaio a Bologna durante il quale sono state sviluppate idee originali ed efficaci per la diffusione dell’indice. L’incontro si è rivolto a studenti e professionisti con competenze scientifiche divisi in team, chiamati a proporre un’idea di sviluppo originale e innovativa, sostenibile, d’impatto comunicativo user-friendly.