L’iniziativa ha coinvolto 7 città italiane: Milano, Torino, Cagliari, Treviso, Firenze, Roma e Napoli*. La necessità di avere strade sicure anche per mezzi sostenibili, come la bicicletta, unisce la cittadinanza e punta a sensibilizzare sul tema.
24 gennaio 2023 – In diverse città italiane si è tenuto un flash-mob collettivo, chiamato “ciclabile umana”, durante il quale si è creata una fila indiana di biciclette lungo le piste ciclabili. Pura rappresentazione fisica, sulla carta, ma che in realtà punta a diffondere un messaggio molto più ampio: l’evidenza di uno spazio dedicato a questo mezzo e la protezione di un diritto, quello dell’accessibilità a forme di mobilità alternative.
All’appuntamento hanno aderito centinaia di persone che, nonostante le rigide temperature invernali, hanno deciso di prendere parte al flash-mob alle 7.30 del mattino. Un modo per comunicare che “noi, ciclisti, ci siamo” per tutelare questi spazi spesso poco rispettati con la sosta selvaggia delle automobili, con numerosi disagi (e pericoli) per gli utenti.
Un messaggio che si sposa con provvedimenti come quello delle Città a 30 km/h, che sempre più comuni si apprestano ad adottare – tema sempre più attuale, come si è potuto vedere dalla recente approvazione della misura da parte del consiglio comunale di Milano. Durante le manifestazioni, c’è stato infatti un evidente supporto a questo genere di politiche.
L’evento è stato sostenuto soprattutto da FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), che è stata capace di riunire e cooperare con le altre associazioni per dare impulso all’appuntamento.
«A Torino, la prima edizione della ciclabile umana è stata partecipata da 200 persone, nonostante una giornata di pioggia e freddo. Si respirava l’entusiasmo che solo una mobilitazione così trasversale dal basso, che ha coinvolto tanti movimenti e associazioni, può creare. Il messaggio è stato lanciato» ha dichiarato Elisa Gallo, portavoce di Fiab Torino, aggiungendo «torneremo con altre mobilitazioni di questo tipo che speriamo come questa volta vengano accolte da tutta Italia».
Questo genere di manifestazione, come anche il Bike Pride (di cui avevamo parlato ad ottobre), servono ad incentivare e promuovere abitudini come il bike to work e il bike to school. Il messaggio permeante deve alimentare unione e non contrapposizioni, grazie ad un fine comune che agevola azioni di comunicazione volte ad una città che sia sempre più di tutte e tutti, sempre più a misura d’uomo.
* A Bologna, l’appuntamento era stato anticipato di qualche giorno, il 20 gennaio.