“Cambiare mobilità, cambiare mentalità” (Fabbrica dei Segni, 2023). È questo il titolo del nuovo libro di Antonio Consiglio, psicologo psicoterapeuta. Ma cos’è la psicologia per la mobilità e come può aiutarci afar ridurre l’uso dell’auto? Ne parliamo con l’autore che, oltre a parlare di mobilità sostenibile, la mette anche in pratica: ad esempio, portando sempre i suoi figli a scuola in bici e cargo bike, anche con la pioggia!
Quanto fattori mentali e culturali influenzano l’abuso dell’auto?
Sono nato e vissuto prevalentemente a Bisceglie, Puglia, ma ho studiato all’Università di Padova, in Veneto. Lì la bicicletta era il mezzo di trasporto di tutti gli studenti e di tante altre categorie. Questa cosa mi colpiva molto. Infatti, nella mia città pugliese, gli unici ciclisti urbani erano i contadini e gli extracomunitari. Mi sorpresi di questa differenza culturale, di queste due “normalità” così diverse. Quando ero a Padova mi sentivo “normale” ad usare la bici ma quando tornavo a Bisceglie di colpo diventavo il “diverso”.
Non è stato facile fare il ciclista urbano nei primi anni 2000. Così decisi di studiare la cosa e proposi al mio relatore di laurea di approfondire il modo in cui la cultura influenza la scelta delle modalità di trasporto. Purtroppo, mi accorsi che non esisteva quasi nessuna bibliografia in merito. Ho dovuto perciò fondare ex novo ogni riflessione (prima) e metodo (poi) sul tema.
Da allora cerco di formare altri attivisti con il “Corso di formazione per promotori della mobilità sostenibile e della sicurezza stradale”, ora chiamato, più brevemente, “Cambiare Mobilità, Cambiare Mentalità”. Da qui, il mio libro.
Cosa scatena una reazione di chiusura davanti alla necessità di ridurre l’uso dell’auto?
Ti propongo un paio di esempi. Alcune identità genitoriali sono mantenute in piedi dalla mansione di “dare un passaggio al figlio”. Chiedere loro di non usare l’auto mina prima di tutto la sua autorappresentazione di genitore: “Come farò ora il genitore? Cosa dirà l’altro/a della mia scelta di far andare nostro/a figlio/a a scuola in bici, anche sotto la pioggia?”.
Ma ancora: usare l’auto e prendere la patente sono riti di passaggio per entrare in società. Non è possibile pensare di rompere un rito di passaggio solo con l’educazione ambientale, vanno creati progetti strategici ad hoc, che contemplino le capacità di intervenire sui processi psicosociali.
Qual è la strategia efficace di comunicazione ambientale per ridurre la dipendenza da auto?
Ci sono stati molti errori nella comunicazione. Nel panorama ambientalista, si è pensato ad informare, scambiando l’essere umano per una scatola vuota da riempire di indicazioni, partendo dal presupposto che, opportunamente informato, faccia la scelta giusta. Ma questa è una versione progressista dell’umanità. “Cambiare Mobilità Cambiare Mentalità” è quindi un prontuario di strumenti per riflettere sulle proprie azioni progettuali e sulla comunicazione ambientale per renderle più efficienti e generare cultura sostenibile.
Oltre al libro, quali strumenti comunicativi usi? Hai un sito, canali social…?
Ho un sito dove sono raccolti i corsi e le attività professionali, una pagina Facebook “Psicologia per la mobilità” e un profilo Instagram “Psicomobilita_advice” per restare in contatto e per seguire le date del tour italiano di presentazione del libro.