Immagini satellitari, appelli mediatici, effetti catastrofici, campagne su larga scala: l’emergenza idrica è uno dei fil rouge della comunicazione ambientale.
La repentina avanzata dei cambiamenti climatici ci ricorda costantemente quanto l’acqua sia importante, tanto da essere definita “oro blu“. Immagini e filmati di testimonianze raccontano le drammatiche conseguenze degli eventi estremi per le vite umane e per la stabilità economica dei Paesi. Ce lo hanno ricordato chiaramente le alluvioni in India e in Nigeria, dove la crisi climatica ha sconvolto parti importanti di quei territori. Anche in Italia, com’è noto, il 2022 ha rilevato un’impennata di questi episodi: basti pensare che gli eventi climatici estremi sono stati il 182% in più della media degli ultimi 10 anni.
Troppa acqua e troppo poca. La siccità del gigante azzurro d’Italia, il Po, ha portato via tra il 30 e il 50% dei raccolti annuali. Dati sconvolgenti che hanno ispirato il podcast “L’ultima goccia“, prodotto da Chora Media, «un audio reportage per raccontare le storie delle persone che vivono accanto al fiume, che lo amano, lo rispettano e si attivano per tutelare una risorsa sempre più preziosa come l’acqua». Purtroppo, e qui il Pianeta torna a ricordarcelo, non sarà un caso isolato ma una tendenza per il futuro.
La comunicazione ambientale ha dunque il compito di tradurre il dramma di questi eventi attraverso le sfide della crisi climatica, sempre con spirito informativo. Esserci, raccontare i fatti con dati scientifici, formare ogni individuo sulle cause e sugli impatti di ogni singola persona è la sfida di oggi per essere parte del cambiamento: “Be the change”, come ricorda appunto la campagna sull’acqua dell’ONU. All’interno di questa cornice comunicativa, vengono diffusi consigli, suddivisi per area geografica e per settore, per contribuire e prendere parte alla causa. Con un colibrì come simbolo sull’onda dell’Agenda 2030, è un invito globale. Come nella nota favola africana:
«Un giorno, nella foresta, scoppiò un incendio. Tutti gli animali corsero per salvarsi la vita. Stavano ai margini dell’incendio, guardando le fiamme con terrore e tristezza. Sopra le loro teste, un colibrì volava avanti e indietro verso il fuoco, più e più volte. Gli animali più grandi chiesero al colibrì cosa stesse facendo. “Sto volando al lago per prendere l’acqua per aiutare a spegnere l’incendio“. Gli animali ridevano di lui e dicevano: “Non puoi spegnere questo fuoco!“. Il colibrì rispose: “Sto facendo quello che posso“».