La notizia di questa estate è stata quella del ritorno della foca monaca fra le acque del Mediterraneo. Un incontro imprevedibile al quale però bisogna essere pronti, tanto che il WWF Italia ha preparato un vademecum di comportamenti per divertirsi ma senza disturbare le foche monache.
Nel Mediterraneo sappiamo che la foca è diffusa in tanti piccoli nuclei familiari con una consistenza stimata in circa 400 individui nel Mare Egeo. Esiste una sola colonia di circa 300 individui concentrata in un breve tratto di costa atlantica tra Mauritania e Marocco. Ma sono le coste italiane quelle che hanno cominciato ad offrire le maggiori e inaspettate novità.
“Grazie alle ricerche più recenti lungo le coste italiane sono state evidenziate 6 aree di grande interesse – spiega il WWF – hotspots ad alta incidenza di dati di presenza forniti da un nuovo sistema di rilevamento basato sulla ricerca del DNA ambientale in campioni di acqua di mare”.
La foca monaca è, infatti, un animale schivo e solitario che frequenta le spiagge deserte e di certo non si avvicina nelle zone prese d’assalto dai turisti. Lo sviluppo costiero, l’inquinamento marino, la pesca accidentale e il disturbo delle folle di turisti l’hanno ridotta sull’orlo dell’estinzione. Nonostante le buone notizie sugli avvistamenti di questa estate, per le foche monache diviene sempre più difficile trovare cibo e sempre più arduo trovare una grotta tranquilla dove riprodursi e allattare i piccoli. Ecco perché incontrarla non è per niente facile.
La foca monaca è l’unica foca del Mediterraneo e una delle 100 specie di mammiferi più minacciati al mondo. I suoi occhi dolci non sono bastati a salvarla da una persecuzione feroce: un tempo veniva cacciata per le pelli e il grasso, che veniva trasformato in olio. Ancora oggi, nonostante la legge vieti la caccia, in alcune aree del Mediterraneo continua ad essere perseguitata e uccisa illegalmente.
Nel tentativo di tutelare la foca monaca, il WWF ha lanciato una serie di iniziative di disseminazione e divulgazione contro le forme di inquinamento marino. Altro aspetto importantissimo è quello legato alla creazione delle Aree Marine Protette che forniscono un ambiente sicuro e protetto per la specie. Per i turisti e i bagnanti, il WWF ha diffuso una serie di opuscoli per osservare le foche monache senza disturbare, ribadendo l’importanza di mantenere una distanza minima di almeno 50 metri e di evitare di toccare le foche monache. Questo può causare loro stress e interferire con il loro comportamento naturale. Inoltre, il WWF sta realizzando una serie di studi sulle popolazioni per monitorare le tendenze demografiche, analizzando i fattori di minaccia e valutando l’efficacia delle misure di conservazione.
Le campagne di divulgazione e conoscenza sullo stato di salute e sul comportamento attuale delle foche monache intraprese dal WWF sono finalizzate anche a far comprendere l’importanza della raccolta fondi della storica organizzazione. Il WWF intende acquistare ed installare sistemi di videosorveglianza da inserire nelle grotte e nei siti di riproduzione della foca monaca. In questo modo, vuole intervenire tempestivamente per salvare la vita di questi splendidi animali, coinvolgendo attivisti ambientali, ricercatori e cittadini virtuosi, consapevoli e ben informati.