La Conference of Parties (COP) 28 si è appena conclusa negli Emirati Arabi Uniti dopo giorni di lunghi negoziati e molteplici bozze di accordo. Questa COP si chiude con un importante accordo raggiunto nel testo sul Global Stocktake (bilancio globale) che nel suo paragrafo più rilevante annuncia l’allontanamento progressivo dall’uso dei combustili fossili nei sistemi energetici. Organizzata a Dubai da Sultan Al Jaber, presidente dell’azienda di Stato emiratina di idrocarburi Adnoc, la COP 28 è stata preceduta da una serie di polemiche sul conflitto d’interessi. Il dibattito è iniziato da una serie di scoop resi noti da alcuni giornali internazionali prima e durante la COP.
Il 27 novembre, BBC pubblica un articolo con un documento trapelato dal team di negoziatori degli Emirati. Una bozza nella quale gli Emirati, tramite Adnoc, pianificavano di organizzare degli incontri con altri Stati per stringere accordi su nuove estrazioni di combustili fossili. Il documento ha sollevato molte polemiche e ha reso ancora più palese il conflitto d’interessi rappresentato dagli Emirati.
Durante la COP, The Guardian diffonde poi un estratto video in cui Al Jaber sostiene che non c’è consenso scientifico sul fatto che l’eliminazione graduale dei combustili fossili sia necessaria per ridurre il surriscaldamento globale a 1,5 C°, suscitando enormi critiche in tutto il mondo. Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, commenta la posizione di Al Jaber come vicina al negazionismo climatico.
Venerdì 8 dicembre alcuni giornali internazionali, tra cui Reuters e The Guardian, rendono nota una lettera mandata dall’OPEC (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) ai suoi membri. Nella lettera si fa riferimento alla crescente pressione politica contro i combustili fossili e al rischio che la COP si chiuda con un accordo sull’uscita dalla loro produzione.
Questi tre scoop, insieme a molti altri reportage, hanno animato il dibattito internazionale attorno alla COP. Soprattutto, hanno mostrato l’importanza che può avere una stampa libera e indipendente. Sicuramente i negoziati di Dubai sono stati influenzati da vari fattori di natura economica e politica. Tuttavia, come ha sottolineato il giornalista Ferdinando Cotugno, le rivelazioni della stampa hanno avuto un peso nell’indirizzare le posizioni dell’opinione pubblica e l’esito del negoziato. I risultati di questa COP saranno visibili nel giro di qualche anno, eppure un risultato è evidente fin da ora: l’importanza della stampa e della comunicazione all’interno della politica ambientale.