Domenica 28 gennaio, a Rastignano (Bo), tre realtà culturali (TIST, Santa Bellezza, Paleotto 11) hanno realizzato un festival diffuso tra ecologia e arte, per sensibilizzare sull’impatto ambientale del “Nodo di Rastignano“. Ne parliamo con Yulia Tikhomirova, artista, curatrice e ricercatrice, co-fondatrice del collettivo TIST.
Innanzitutto, cosa è TIST?
Siamo un collettivo di artisti. Ci siamo costituiti come gruppo nel 2020, dando una nuova vita a questo capannone industriale a Rastignano facendolo diventare un laboratorio e uno spazio espositivo. TIST significa “This Is So Temporary“, ci occupiamo dei progetti di arte pubblica e partecipata, ma anche di denuncia degli scempi ambientali, con forme e modalità artistiche.
FARò – Pratiche Estetiche Politiche è il nostro giornale, nato nell’ambito della prima edizione del festival omonimo. L’esplicito obiettivo è interconnettere le pratiche artistiche e sociali all’attivismo politico e alla teoria estetica.
A proposito del Nodo di Rastignano: di cosa si tratta?
Un’opera ideata trent’anni fa, che prevede la realizzazione di una strada ad alto scorrimento lungo la riva del fiume Savena, tra il comune di Bologna e quello di Pianoro. Nell’autunno 2022 sono iniziati i lavori con oltre mille alberi abbattuti lungo l’argine del corso d’acqua. A seguito dell’alluvione di maggio 2023, il cantiere è stato spazzato via dal Savena in piena, le cui sponde erano state private delle radici degli alberi, ed erano quindi più fragili. Nonostante i danni, i lavori proseguono.
Parlaci del Festival diffuso FARò.
Il festival è il progetto di TIST ideato nel 2021 per affrontare le dinamiche collettive e collaborative nell’arte contemporanea. Quest’anno abbiamo deciso di creare un itinerario pedonale che collega le tre realtà culturali che operano a Rastignano (TIST, Santa Bellezza, Paleotto11). L’APE, Associazione Proletari Escursionisti, ha sostenuto il festival con la camminata collettiva partita da Bologna.
Nel capannone di TIST si potevano osservare le installazioni che approfondivano il tema del consumo del suolo e l’antropizzazione del paesaggio, conoscere gli studi di artisti. Nel Bosco Urbano piantumato e curato da Santa Bellezza ci sono stati laboratori sonori e la creazione di cartelli con scritto “ciò che vorremmo salvare dall’alluvione”, poi appesi alle recinzioni arancioni dei cantieri del Nodo. Infine nel centro culturale Paleotto11 ci sono state performance di danza.
Lungo tutto l’itinerario c’erano le sculture con i QR Code che rimandavano al lavoro digitale site specific REFRESH REALITY!, fruibile attraverso il proprio cellulare. Questo progetto in realtà aumentata è stato realizzato dal collettivo TIST per riflettere in maniera provocatoria e futuristica su come cambierà il paesaggio con la realizzazione del Nodo.
La grafica del volantino del Festival FARò rappresenta vari nodi, il fiume nero e uno squarcio rosso. Cosa volete rappresentare?
Abbiamo voluto contrapporre l’opera devastante del Nodo di Rastignano, rappresentato da uno scarabocchio rosso, che ferisce il fiume e la terra, ai veri “nodi” di una vita sociale, artistica e professionale radicati nel territorio. Questi nodi siamo anche noi con le nostre realtà culturali.
Quale messaggio volete trasmettere come artisti?
L’arte è uno strumento di formazione, condivisione e attivazione sociale. L’arte ha la capacità di trascendere i limiti geografici, sociali e culturali, collegare le lotte e formare alleanze. Come artisti crediamo che il territorio appartenga a chi lo vive. Ci impegniamo a tessere intrecci sempre più complessi, a creare reti, a portare il conflitto e il dissenso costruttivo dove la rassegnazione domina. Più si tira la corda, più il nodo si stringe, e i nodi di Rastignano siamo noi.
TIST | Santa Bellezza | Paaleotto11 | A.P.E. | Reca (Rete emergenza climatica e ambientale)
Prossimo evento: Il 17-18 febbraio convegno a Bologna organizzato da Reca per parlare di opere devastanti in zone alluvionate come il Nodo di Rastignano e tanto altro.