ALFABETI Ecologici: una riforma sostenibile della scuola

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Dalle scuole primarie alle superiori di tutto il territorio nazionale, sono state sperimentate le Lezioni Ecologiche. Al posto delle consuete lezioni curriculari, dal 18 al 23 marzo, 25 classi pilota hanno avviato questo progetto.

Ne parliamo con Federico Calò Carducci, genitore di Roma e uno dei più attivi coordinatori.

Partiamo dal nome, perché “Alfabeti ecologici”?

Il nostro gruppo prende il nome e si ispira al manifesto degli Alfabeti Ecologici e all’omonimo libro di Laura Marchetti edito da Progedit nel 2012. Siamo docenti di ogni ordine e grado, educatori e genitori, consapevoli che in un periodo di così intensa crisi ecologica e sociale, la scuola intera si debba trasformare e debba assumere un ruolo trasformatore.

Siete partiti scrivendo una lettera…

Sì una lettera aperta, alla quale tutti possono aderire, indirizzata al Ministro dell’Istruzione, ai dirigenti scolastici, ai docenti, ai genitori e all’intera società civile.

Ad oggi ha raccolto oltre 500 sottoscrizioni (tra cui personalità del mondo dell’ecologia e della cultura quali Gianfranco Bologna, Federico Maria Butera, Renata Puleo, Lorenzo Fioramonti, Luca Mercalli, Laura Marchetti e altri).

Con questa lettera chiediamo di avviare un percorso di riforma della scuola italiana partendo proprio dall’educazione ecologica. Così si può arrivare a ripensare i fondamenti stessi dell’Istruzione primaria e secondaria.

Come è organizzata oggi l’educazione ambientale e cosa chiedete al Ministero?

Attualmente, le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica (adottate in applicazione della legge n. 92/2019) prevedono 33 ore per ciascun anno di corso diviso su tre assi separati: lo studio della Costituzione, lo sviluppo sostenibile e la cittadinanza digitale, ma questo non permette di cogliere la dimensione unitaria e relazionale (ecologica, tecnologica, sociale e politica) della vita sul pianeta. Occorrerebbe anche superare la rigidità e settorializzazione delle discipline in favore di un insegnamento sistemico: basta con le distinzioni tra “scienze umane” e “scienze dure”.

Chiediamo insomma di ridiscutere l’insegnamento trasversale dell’educazione ecologica, in modo che essa diventi il paradigma per una revisione dei curricula di istituto. Nessuna vera svolta ecologica potrà attuarsi senza un coinvolgimento profondo della scuola.

In un contesto di crisi climatica ed ecologica ma anche di greenwashing, è fondamentale che il sistema scolastico resti indipendente dalle aziende?

La scuola, anche secondo il mandato costituzionale, non dovrebbe essere finalizzata ad addestrare “risorse” per il mercato del lavoro, ma alla formazione integrale della persona e a un’educazione trasformatrice. Bisogna anche superare la parcellizzazione delle discipline, che porta ad una tecnicizzazione, perdendo il sapere connettivo, il più importante per affrontare momenti di crisi come questo.

Quando si sapranno i risultati di questa sperimentazione?

I risultati verranno illustrati nel corso di una conferenza stampa presso la sala stampa della Camera dei deputati a Montecitorio il giorno lunedì 8 aprile alle ore 10.00 nelle commissioni Cultura e Ambiente. Già il 25 marzo abbiamo avuto una prima riunione di feedback.

Per aderire al gruppo Alfabeti Ecologici e alle Lezioni Ecologiche è necessario sottoscrivere la Lettera per una riforma in chiave ecologica della scuola. Il prossimo appuntamento di Lezioni ecologiche è previsto per la settimana dal 15 al 20 aprile, occorre inviare prima la comunicazione alla propria scuola. Come gruppo ci vediamo con cadenza bisettimanale. Invitiamo chiunque sia interessato a partecipare contattandoci all’indirizzo alfabeti.ecologici@gmail.com