La Corte europea dei diritti dell’uomo con una sentenza di portata storica, condanna la Svizzera per non aver preso sufficienti misure per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Per la prima volta un tribunale transnazionale, e specializzato in diritti umani, difende il diritto alla protezione del clima.
Il caso è nato per il ricorso presentato dall’associazione “Senior Women for Climate Protection Switzerland” (Anziane per il clima Svizzera), gruppo di oltre 2.500 cittadine di oltre 65 anni.
Affermano che l’inazione del loro governo ha messo a grave rischio la salute delle persone più anziane esponendole alle ondate di caldo o costringendole a chiudersi in casa per lunghi periodi.
La CEDU, che nell’occasione si è espressa su tre diversi casi, ha stabilito la violazione della convenzione europea dei diritti dell’uomo da parte di Berna.
La Corte ha ordinato allo stato svizzero di pagare ottantamila euro per coprire le spese legali dell’associazione e l’Ufficio federale di giustizia svizzero si è detto pronto a studiare la sentenza per stabilire quali azioni dovranno essere prese per il futuro.
Gli altri due casi, respinti però dalla CEDU, nascevano da ricorsi simili. Uno presentato da sei giovani portoghesi contro vari governi dell’Unione Europea e di alcuni Stati vicini, l’altro di un europarlamentare francese dei Verdi, Damien Carême, che ha invece denunciato il governo di Parigi.
Entrambi i casi, respinti per inammissibilità, sarebbero mancanti dei presupposti legali per una decisione della CEDU.
Il ricorso dei giovani portoghesi verso i 27 paesi denunciati, tra cui anche l’Italia, riguardava la violazione dei diritti umani, per non aver preso sufficienti misure per mantenere l’aumento delle temperature medie globali sotto 1,5 °C.
L’ eurodeputato francese accusava invece Parigi di aver violato i diritti umani della città costiera di Grande-Synthe, di cui Carême è stato sindaco fino al 2019: il cambiamento climatico avrebbe messo a rischio la vita degli abitanti con possibili inondazioni.
Sebbene i due casi non ritenuti idonei avessero maggiore portata rispetto al caso svizzero, quest'ultimo fornisce un impulso positivo nella lotta al cambiamento climatico. La vittoria dell'associazione ambientalista ha giustamente avuto risalto su molti media nazionali e internazionali.
Dove si è soliti vedere le nuove generazioni prendere parte alle proteste per il clima, il fattore che ha scaturito risonanza mediatica è dato soprattutto dall’inaspettata fascia di età a cui le protagoniste appartengono, e alla loro tenacia nei confronti di queste tematiche.
Grazie alle Anziane per il clima Svizzera, il diritto alla protezione del clima avrà così maggiore riconoscimento e aumenterà la pressione sui governi europei, anche con l’importanza data dalla CEDU, riconosciuta da 47 stati, compresi tutti i 27 i membri dell’UE.
Immagine di copertina © Miriam Künzli / Greenpeace