Il Trento Film Festival, giunto alla 72esima edizione, è uno dei più longevi festival cinematografici italiani. Fondato nel 1952 dal Club Alpino Italiano e dal Comune di Trento, il festival propone film e altri eventi culturali legati alla montagna, all’alpinismo e all’ambiente.
Quest’anno la rassegna si svolgerà dal 26 aprile al 5 maggio e dedicherà la sua sezione speciale, pensata per approfondire la scena cinematografica di una nazione del mondo, all’Irlanda, definita “terra di migrazioni e paesaggi mozzafiato”.
Nonostante la sua presenza decennale, la rassegna è attenta alle nuove tendenze del mondo della comunicazione. Dal 2020, il festival ha affidato la gestione del suo profilo Instagram all’Agenzia di Stampa Giovanile, un progetto di giornalismo dell’associazione trentina Viração&Jangada. Per raccontare il festival, l’Agenzia di Stampa Giovanile ha lanciato il progetto Climagram.
Ce ne parla Ilaria Bionda, giornalista e coordinatrice del progetto.
Vuoi raccontarci com’è nata la collaborazione tra il Trento Film Festival e Agenzia di Stampa Giovanile?
Questa collaborazione è nata nel 2020 in piena pandemia. Durante quell’edizione, il festival ha iniziato le pratiche per ottenere il marchio Eco-Eventi Trentino, che certifica gli eventi trentini ecosostenibili.
Tra i criteri per avvalersi del marchio, c’era quello di fare formazione su tematiche che riguardassero la comunicazione e l’ambiente. Perciò è stato organizzato un corso dal titolo “giovani attori di tras-formazione ambientale” con l’obiettivo di formare i giovani volontari del festival su tematiche ambientali.
Da questa collaborazione è nato il progetto Climagram, in cosa consiste di preciso?
I volontari che hanno partecipato alla formazione sono entrati a far parte della squadra dell’Agenzia di Stampa Giovanile per gestire il profilo Instagram del Festival e raccontarlo così.
In questo contesto è nato il progetto Climagram che si occupa di sensibilizzare sulle tematiche ambientali attraverso l’utilizzo di Instagram. Il progetto segue tutti gli eventi della rassegna, come proiezioni, mostre, presentazioni di libri, oltre a raccontare come la città di Trento vive e partecipa al Festival.
Si tratta di un progetto di giornalismo giovanile partecipativo che segue e racconta il Trento Film Festival mettendo in atto una copertura giornalistica ed edu-comunicativa.
- Giornalistica perché usiamo degli strumenti tipici del giornalismo, anche se adattati al mondo dei social.
- Edu-comunicativa perché l’obiettivo della nostra copertura è quello di comunicare quello che accade durante il festival ma anche di educare verso queste tematiche.
Il nostro punto di vista sul racconto del festival è quello giovanile, perché siamo un gruppo di giovani, ma è anche ambientale, perché il festival, incentrato sulla montagna e su tutto ciò che la riguarda non può prescindere dall’attenzione per l’ambiente.
Per fare una metafora, è come se noi guardassimo al Festival tramite delle lenti verdi che vanno a sottolineare tutto ciò che è legato alle tematiche ambientali.
Tra le varie funzionalità di Instagram (storie, reel, approfondimenti) quali pensi che siano le più efficaci nel presentare i contenuti del festival?
Il progetto Climagram racconta il festival tramite i principali strumenti di Instagram come post a carosello, reels, video interviste con i personaggi del festival e stories.
Ogni funzionalità racconta in un modo diverso una parte differente della rassegna: le storie raccolgono un momento in diretta e sono fruibili ‘live’ dagli utenti, i reel invece forniscono un po’ di dinamicità anche se sono montati e non in diretta. I post a carosello, che sono più statici, hanno la funzionalità di “fermare l’utente” e approfondire visivamente tramite l’utilizzo di fotografie e di didascalie scritte.
L’efficacia della copertura deriva quindi dall’unione e dall’affiancamento di queste diverse funzionalità che insieme si completano per il modo in cui vengono fatte e fruite.
Il progetto Climagram nasce proprio dalla volontà degli organizzatori del festival di dare molto più spazio ai social network, soprattutto a Instagram, affidando la comunicazione ad una squadra che ne curasse tutti gli aspetti e non solo quello più istituzionale.
Il progetto ha il compito di svecchiare la comunicazione del festival, essendo sempre stata molto formale e basata principalmente sulla pubblicazione delle foto di ogni evento.
Secondo te, quali sono i pregi e i difetti dei social media nel comunicare iniziative ambientali e festival culturali?
In generale, i social media hanno il difetto di essere un mezzo di comunicazione molto rapido e governato dagli algoritmi. Infatti, a seconda del modo in cui li utilizzi, raggiungi un certo tipo di pubblico e hai delle visualizzazioni diverse.
Questa rapidità può penalizzare il racconto di alcune tematiche, come quella ambientale, che richiederebbero un certo tipo di approfondimento.
Tuttavia, il pregio dei social media, soprattutto di Instagram, è la possibilità di raggiungere un ampio target. Spesso le persone lo usano per informarsi o per approfondire alcuni argomenti.
Il nostro progetto vuole catturare l’attenzione di chi è interessato alle tematiche raccontate dal festival e che, durante la fruizione rapida di Instagram, si fermi a leggere e presti attenzione ai contenuti.