Il web e i suoi consumi: l’impatto ambientale che non si vede

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L’osservatorio ESG svolto da Karma Metrix, in collaborazione con il Master in Comunicazione per le Relazioni Internazionali dell’Università IULM di Milano, rivela l’impatto ambientale del mondo digital e di internet.

Karma Metrix è la prima azienda in Europa che si occupa di sostenibilità digitale, misurando, certificando e migliorando i siti web.

Parliamo di una prospettiva innovativa, proprio perché internet è un settore spesso non incluso tra le fonti di inquinamento, nonostante abbia una parte preponderante nel consumo di risorse.

L’energia (derivante ancora per la maggior parte da combustibili fossili) viene utilizzata prevalentemente per alimentare:

  • Le macchine server e le infrastrutture di rete
  • I sistemi di raffreddamento dei data center
  • I dispositivi finali utilizzati dagli utenti

Karma Metrix, con la conferenza stampa svolta lo scorso 15 maggio 2024 a Milano, ha diffuso per il terzo anno i risultati dell’Osservatorio ESG, a fronte dell’esame degli ultimi bilanci di sostenibilità dei sei colossi tecnologici americani: Amazon, Apple, Meta, Google, Microsoft e in aggiunta quest’anno Nvidia, leader del computing per intelligenze artificiali.

All’interno dei bilanci sono stati isolati i valori di energia consumata e di Co2 prodotta per ogni anno e realizzato un confronto sul consumo energetico delle sei Big Tech con intere Nazioni.

I bilanci di sostenibilità presi in considerazione.

È stato possibile in questo modo avere un quadro di riferimento e una prospettiva sugli scenari futuri della sostenibilità del digitale.

Quanto emerge è molto chiaro: negli ultimi tre anni il consumo energetico delle Big Tech è cresciuto del 48%, mentre per le emissioni di Co2 del 16%. Solo Google e Apple presentano un’inversione positiva.

Considerando questi colossi al pari di una nazione, sarebbero al 37esimo posto nel mondo per consumi energetici e al 50esimo posto in termini di emissioni di Co2, con un consumo di 130,1 milioni di tonnellate annue.

Emerge inoltre un dato interessante: tra queste realtà, quelle che hanno aumentato maggiormente il loro inquinamento digitale sono le stesse che rivolgono un interesse maggiore, e dunque investimenti, verso l’intelligenza artificiale.

Una tendenza in crescita continua nei prossimi anni, per cui abbiamo sotto la lente Amazon, Microsoft, Meta e Nvidia. Quest’ultima, con la percentuale di crescita più impattante, sta lavorando sull’AI per rendere i suoi prodotti più efficienti e ridurre drasticamente il numero di emissioni.

Anche le risorse idriche sono coinvolte nell’impatto delle Big Tech sull’ambiente.

La quantità di acqua necessaria per raffreddare i data center è notevole, in particolare Google ha aumentato il suo consumo idrico del 63% dal 2019 al 2022. Microsoft, Meta, Apple e Amazon stanno invece attuando strategie di compensazione a livello di ripristino e riciclo dell’acqua utilizzata.

A fronte di tutto ciò, è bene indicare che le aziende analizzate nell’Osservatorio ESG dichiarano e mostrano impegni concreti per alleggerire il loro impatto sul pianeta e per rendere più sostenibile la filiera.

In particolare, il loro focus è basato su 3 obiettivi da raggiungere:

  • zero emissioni
  • 100% energia rinnovabile
  • water positive
Il ruolo della comunicazione è centrale nella diffusione di questi dati. 
Karma Metrix conferma che il 60% della popolazione mondiale non è consapevole del fatto che internet e il settore digitale sono causa di inquinamento.

Si rivela dunque necessario uno strumento di analisi e di divulgazione, per considerare e portare alla luce anche queste dinamiche tra le cause di impatto per il pianeta.