Lo scorso 9 giugno si è conclusa a Torino la 27esima edizione del Festival CinemAmbiente, importante rassegna cinematografica dedicata a film, documentari e cortometraggi a tematica ambientale.
Nell’edizione di quest’anno, intitolata alla memoria di Gaetano Capizzi, ex direttore del festival scomparso da pochi mesi, erano presenti 76 titoli, provenienti da 27 paesi e da 4 diversi continenti: una selezione di alto livello internazionale.
Il festival si è suddiviso in due sezioni competitive: Concorso documentari e Concorso cortometraggi, e nelle sezioni non competitive Made in Italy e Panorama.
I titoli rappresentano una selezione delle tematiche affrontate dal “nuovo cinema green”, come la conservazione delle specie, l’inquinamento industriale e marino, gli allevamenti intensivi di terra e di mare, oppure nuove soluzioni come l’agricoltura rigenerativa o la carbon tax per affrontare la crisi ambientale.
CinemAmbiente ha creato una giuria diversa per ogni sezione, oltre ad istituire alcuni premi speciali scelti dal pubblico o da associazioni.
Il premio Asja per il miglior documentario è stato assegnato a “The Battle for Laikipia”.
Ambientato in Kenya, racconta i conflitti tra le popolazioni native semi-nomadi dedite alla pastorizia e i grandi latifondisti, agricoltori e operatori turistici discendenti diretti dei coloni britannici.
Il premio SMAT per la sezione cortometraggi è andato a “The Feast”.
Del regista indiano Rishi Chandna, è un ritratto della vita delle donne indiane dedite alla pesca, narrata alternando leggerezza a immagini suggestive, per mostrare al meglio la loro tenacia.
Il premio del pubblico IREN, deciso dai voti degli spettatori ai documentari del concorso internazionale, è stato attribuito a “Lonely Oaks”. E’ un racconto delle battaglie di attivisti tedeschi contro la deforestazione nel Nord-Reno Westfalia.
Nelle sezioni non competitive, il premio Made in Italy è andato a “Un paese ci vuole. Zavattini, Luzzara e il Po”, ambientato nella città natale del poeta Cesare Zavattini, è narrato tramite i suoi versi e alcune fotografie che mostrano il legame della città con il fiume Po.
“Common Ground” riceve poi il premio Slow Food, istituito dall’associazione cuneese. Un documentario alimentario sull’agricoltura rigenerativa, che propone nuovi principi e pratiche per rivitalizzare gli ecosistemi agricoli degradati.
La giuria di Slow Food ha deciso inoltre di premiare con una menzione speciale “Until the End of the World”.
Il documentario italiano parla di un’inchiesta sui danni causati dalla pescicoltura intensiva, settore in rapida crescita produttiva e dai notevoli impatti ambientali e sociali.
“Food for Profit” vince poi il riconoscimento Ambiente e Società, patrocinato dalla Cooperativa Sociale Arcobaleno.
Questo documentario italiano denuncia le storture della Politica Agricola Comunitaria Europea e i maltrattamenti subiti dagli animali negli allevamenti intensivi.
Infine, il premio Casacomune, legato a tematiche spirituali, è andato alla regista finlandese Virpi Suutari. Il suo film “Once Upon a Time in a Forest” è una narrazione delle dimensioni più profonde delle foreste.
E’ possibile trovare tutti i trailer delle opere vincitrici nell’area dedicata del sito CinemAmbiente.
L’edizione 2024 del festival si è conclusa con un buon successo di pubblico, dovuto alla ricchezza e varietà del programma. I vari premi attribuiti dimostrano così l’importanza, anche internazionale, raggiunta.
La direttrice di quest’edizione Lia Furxhi ha sottolineato l’importante lavoro svolto negli anni dall’ex direttore Capizzi, che ha fatto crescere CinemAmbiente rendendolo “uno dei festival a tematica ambientale più autorevole al mondo”.