Nell’antica Grecia, il rispetto per l’ambiente era parte della vita sociale e della cultura. I Greci avevano leggi e pratiche che regolavano l’uso delle risorse comuni, come l’acqua e i pascoli, per evitare conflitti e garantire una distribuzione equa.
In questo contesto, com’è noto, durante le Olimpiadi, veniva proclamata una tregua sacra chiamata “ekecheiria”. Questo garantiva che tutte le guerre e i conflitti tra le città-stato greche fossero sospesi per permettere agli atleti e agli spettatori di viaggiare in sicurezza verso Olimpia e partecipare ai giochi. Una pratica che sottolineava l’importanza della pace e dell’unità attraverso lo sport.
Oggi possiamo ancora parlare di sostenibilità sociale e ambientale nel contesto delle Olimpiadi Parigi 2024?
Gli organizzatori di questa edizione hanno implementato una serie di iniziative ecologiche, come comunicato nel documento di sostenibilità dell’evento, elemento di raccordo tra i progetti, gli obiettivi e le eredità dell’evento. Tra le attività “sostenibili” la rassegna parigina vede:
- Ridurre l’impronta di carbonio del 50% rispetto all’edizione di Rio de Janeiro del 2016;
- Trovare soluzioni per ridurre le esternalità dei trasporti. L’80% degli impianti sportivi si trova nel raggio di 10 km dal Villaggio Olimpico;
- Il 95% degli impianti sportivi è già esistente o temporaneo;
- Economia circolare al Villaggio Olimpico, il ristorante più grande del mondo: l’80% dei pasti proviene da produzioni locali e le bevande servite in bicchieri riutilizzabili (sostituendo 13 milioni di contenitori di plastica monouso).
È innegabile quindi vedere gli sforzi compiuti dagli organizzatori per tentare di abbattere l’impatto ambientale: tuttavia, rimangono molti aspetti ancora da migliorare e ci sono ancora molti elementi di criticità.
Ad esempio, l’ONG Carbon Market Watch in un rapporto ha sottolineato come le Olimpiadi siano ben lontane dalla sostenibilità e il loro modello andrebbe ripensato, sebbene evidenzi la positività di monitorare le proprie performance in chiave ambientale.
In un articolo di Vert, vengono invece evidenziate in una rassegna le peggiori criticità dell’evento:
- Il dimezzamento delle emissioni, seppur ambizioso, qualifica l’evento a circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2 (livelli equivalenti alle emissioni annuali di uno stato, come il Ciad o Malta);
- L’intervento sui trasporti non considera i voli aerei per raggiungere la capitale transalpina: questa componente coinvolge più di 10 milioni di spettatori, 7 milioni di voli, più di un terzo delle emissioni di gas serra dell’evento;
- Riguardo la sostenibilità sociale, nel corso dell’ultimo anno 12.545 persone (principalmente senzatetto), come denunciato da quasi 100 associazioni umanitarie, sono state allontanate dalla Ville Lumiere. Ad essi erano stati promessi nuovi alloggi: in realtà un’inchiesta del New York Times svela come siano stati portati, attraverso autobus, verso altre città della Francia.
- Gli sponsor dell’evento, dalla compagnia aerea Air France a Coca Cola. Non un messaggio di sostenibilità da veicolare in questo contesto.
Si evidenzia in tal senso l’iniziativa delle atlete e atleti ‘circolari’ contro gli imballaggi usa e getta all’evento o lo scoop di France Nature Environment, sempre nei confronti di Coca Cola;
Un’altra iniziativa condotta è stata l’immensa opera di pulizia della Senna. Questo intervento, durato 8 anni, assume uno scopo che non nasce solo per le Olimpiadi o per dare ai cittadini la possibilità di tornare a nuotare nel fiume: l’obiettivo è brandizzare Parigi come capitale della sostenibilità.
L’obiettivo primario era quello di rendere Parigi a prova di alluvioni, costruendo un gigantesco bacino idrico in grado di incanalare l’acqua della Senna ingrossata verso il sistema fognario nei periodi di piena.
Come si può vedere, rimangono critiche sull’efficacia delle misure, soprattutto perché implicano una svolta molto ambiziosa: solo alla fine della rassegna sarà possibile fare un quadro maggiormente completo, anche se, grazie ai rapporti pubblicati è già possibile iniziare a svolgere molteplici considerazioni.
E’ innegabile che le attuali sfide climatiche richiedono un impegno costante e miglioramenti continui, un percorso costituito da molte tappe ed eredità.
Proprio per questo sarà senz’altro importante vedere quale sarà l’effetto che avrà Parigi sulle prossime edizioni, se sarà solo un piccolo edulcorante o se riuscirà a dare comunque un segnale di rinnovamento e cambiamento, per eventi così simbolici quanto impattanti.
Immagine di copertina: a24sport