Partiamo spesso da questo grande quesito: come comunicare e divulgare la sostenibilità ambientale? Ci interroghiamo, frequentando luoghi e persone che possano ispirarci nell’aggiungere un tassello, una risposta in più. Ne abbiamo parlato con Chiara Monzani, attualmente dottoranda presso il Politecnico di Torino.
L’abbiamo incontrata a Cascina Roccafranca, centro civico innovativo e casa del quartiere Mirafiori Nord di Torino, che ospita le serate promosse dal progetto “Fare Eco – Conoscere, cooperare, cambiare” dell’Associazione Sportidea Caleidos. Oltre ad occuparsi di pianificazione energetica, Chiara ha deciso di unirsi ad un gruppo di persone vicine ai temi ambientali per promuovere insieme dieci serate divulgative.
Da settembre 2024 a giugno 2025, questi incontri hanno l’obiettivo di fornire strumenti pratici per ridurre consumi, adottare stili di vita più sostenibili e stimolare un cambiamento positivo nella comunità.
Chiara, ci racconti come nasce il progetto “Fare Eco”?
“Fare Eco” nasce dall’attenzione e dall’interesse verso la tematica ambientale di un gruppo di persone che si conoscevano tramite l’Associazione Sportidea Caleidos. Il progetto era già nell’aria prima del periodo pandemico, ma per ovvie ragioni si è fermato. Personalmente, sono entrata in contatto con l’Associazione tramite mia madre, che collabora con loro come insegnante di ginnastica.
Il Vicepresidente Alberto Elia ha colto il mio interesse a sviluppare un discorso più ampio sulla sostenibilità ambientale, dunque mi ha presentata al neonato Gruppo Ambiente Sportidea Caleidos, con cui abbiamo deciso di far uscire dal cassetto quel progetto. Un anno fa, ci siamo incontrati e ci siamo chiesti come diffondere buone pratiche e come rivolgerci a persone che possono essere più distanti da questi discorsi.
Abbiamo dunque pensato di organizzare un ciclo di dieci incontri, uno al mese. Niente di nuovo, sappiamo che ci sono tante conferenze ed eventi sull’ecologia. Credo però che la forza di questo progetto risieda nella sua capacità di uscire da una nicchia di esperti e conoscitori: siamo un’associazione sportiva-culturale che vuole sensibilizzare partendo dalla sua rete in maniera concreta.
L’iniziativa nasce così da una passione, da un interesse e, in qualche misura, da un bisogno. La necessità di “Fare Eco” e di fornire degli strumenti per divulgare la tematica ambientale. Partecipando agli incontri, ognuno diventa protagonista del progetto e di questa missione. Il nome, mi piace raccontarlo, arriva dopo una chiacchierata con il mio compagno Alessandro Borio, che ci aiuta con le riprese delle serate.
Durante gli eventi di “Fare Eco”, è evidente che l’attenzione è maggiormente rivolta verso il pubblico rispetto che sul palco. Che tipo di format avete scelto?
Queste serate sono una sorta di percorso che a mano a mano cerca di toccare tutto quello che può essere la quotidianità delle persone. Energia, mobilità, politiche, gestione dei rifiuti, psicologia dei consumi: questi sono alcuni dei temi che abbiamo deciso di affrontare con un approccio molto pratico.
In generale, la prima sezione degli incontri è trattata da esperti ed esperte sul tema che ci raccontano costi e benefici, oltre che gli impatti reali. La seconda parte, invece, è tutta dedicata al pubblico e alle domande, che sono sempre tante.
Cosa porti a casa da questi primi incontri?
Queste serate hanno confermato gli obiettivi del nostro motto.
Conoscere: abbiamo compreso quanto sia complesso il cambiamento climatico, ma informarsi è il primo grande passo per cambiare le proprie abitudini e per prendere consapevolezza dell’impatto che abbiamo.
Cooperare: prendo in prestito le parole di Giovanni Mori, attivista e divulgatore ospite del secondo incontro, che ci ha ricordato quanto ogni azione individuale sia in realtà un’azione collettiva. Trovo sia vero e verificato: esistono studi che dimostrano come siamo socialmente influenzabili e come si attivi facilmente un meccanismo di replicabilità basato sull’imitazione. Insomma, la cooperazione è inevitabile perché siamo naturalmente interconnessi.
Cambiare: questo era chiaro probabilmente dal principio, prima ancora dell’avvio delle serate, ma stiamo lavorando per fornire degli strumenti di comprensione. “Fare Eco” è un percorso che ci guida verso questo progetto di cambiamento.
Un’ultima riflessione che voglio condividere è rivolta ad una persona. L’ho menzionato e mi commuove farlo ancora: Alberto Elia, Vicepresidente dell’Associazione Sportidea Caleidos, è stato il fulcro di questo progetto. Quest’estate è venuto a mancare, improvvisamente. Alberto ha lasciato tante impronte positive per la comunità – “Fare Eco” è una di queste. Portiamo avanti questo progetto perché ci crediamo e perché sappiamo quanto sarebbe stato importante per lui. È la nostra piccola, ma sempre presente, dedica.
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