“Destino”, il cortometraggio che ci parla di micro e nano plastiche

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Martedì 5 novembre è stato presentato alla fiera Ecomondo 2024 a Rimini il cortometraggio “Destino: una prospettiva sull’inquinamento da micro e nano plastiche.”

Lo stand del consorzio PolieCo ha ospitato il cineforum per la presentazione della pellicola realizzata da Nooffice, sodalizio artistico che vede coinvolti Armando Mangone e Maria Luisa Priori, in collaborazione con Enciclopediambiente e FJFM produzioni audiovisive.

Destino incornicia il tema delle micro e nano plastiche rendendo visibili problematiche legate al tema che spesso vengono celate.

Pomili Demolizioni Speciali Srl ha promosso questa iniziativa attraverso un progetto di educazione ambientale che prosegue da diversi anni con Enciclopediambiente. Qui entra in gioco Nooffice, una realtà che pone le radici nel legame tra arte, natura e scrittura.

Maria Luisa, che insieme ad Armando racconta attraverso l’arte tematiche ambientali da quindici anni, durante il cineforum di Ecomondo afferma che Destinoparla della plastica, ma più del rapporto che noi abbiamo con la plastica“.

Una rivoluzione ecologica è possibile solo attraverso una rivoluzione culturale, tutto ciò che è stimolo di riflessione filosofica può essere tradotto in un prodotto culturale, in questo caso una produzione audiovisiva. Un cortometraggio che, nella speranza di Maria Luisa, potrà evolversi in un documentario vero e proprio.

Armando conferma che la visione di un'opera di questo tipo può essere una catarsi: il messaggio ci coinvolge direttamente, la costruzione narrativa pur con riferimenti più ampi, ci parla singolarmente e come comunità. La forza che si sprigiona porta infine il messaggio a raggiungere l'immaginario personale. 

Destino ha uno stile onirico e distopico, una dimensione stilistica che supera la mera descrizione dei dati.

Attraverso la metafora si vuole mostrare quanto in natura siano già presenti nano plastiche, derivanti dal processo di decomposizione di parti più grandi di prodotti in plastica.

La causa del problema risiede non tanto nella produzione e riciclo di questo materiale, quanto nell’abbandono, nella pesca intensiva che ne fa uso e negli impianti di depurazione delle acque.

Arte e cultura, insieme a tecnologia e scienza devono integrarsi per trovare soluzioni per il futuro e per generare consapevolezza e attuare un cambiamento.

Decostruire il mito della plastica che l’uomo stesso anni fa ha costruito sarebbe fondamentale per un cambio di rotta e per renderci consapevoli dell’inquinamento presente, insidioso e invisibile, in grado di avere effetti negativi sulla salute delle persone e dell’ambiente.

La conchiglia è un elemento simbolico e ricorrente nel cortometraggio, che ci ricorda una natura distante e mutata. Ma Armando ci ricorda che il presente è ora e “l’onda” che stiamo guardando si sta inevitabilmente avvicinando, ma è come se fossimo paralizzati dalla visione di questo destino.

È possibile rivedere la presentazione a Ecomondo e il cortometraggio Destino a questo link.

AICA ha inoltre negli anni condotto ricerche sul tema: è possibile consultare i report di Un Po di plastica, Nevica Plastica e Laghi di Plastica.