Il centro di ricerca Eurac di Bolzano, in collaborazione con la Fondazione Cima e il Politecnico di Milano, ha pubblicato nel gennaio del 2025 il manuale “Adattamento ai cambiamenti climatici: come coinvolgere le comunità. Un manuale per gli enti locali”.
Uno studio che si rivolge alle amministrazioni locali e ai decisori politici offrendo una prospettiva decisionale dal basso per evitare la creazione di politiche centralizzate e poco collaborative.
L’obiettivo principale è di coinvolgere le comunità locali nella formulazione e nell’implementazione di una strategia o di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici.
Il manuale promuove attivamente l’approccio community-based. Questo include la comunità in tutte le fasi decisionali.
Il testo dell’Eurac vorrebbe infatti aiutare il personale degli enti locali, sia amministrativo che politico, nel creare, implementare e monitorare piani di adattamento che includano effettivamente le comunità tramite un processo partecipativo.
Con quest’ultimo gli autori si riferiscono al coinvolgimento attivo di cittadini e cittadine in tutte le fasi di una strategia, dalla formulazione alla messa in pratica fino al controllo dei risultati ottenuti.
In particolare, questa guida è pensata per gli enti locali di piccole e medie dimensioni, come piccoli Comuni, unioni di Comuni, comunità montane tra i 500 e i 35mila abitanti. Il manuale cerca di adattarsi alle varie esigenze, in base alle risorse disponibili, all’organizzazione amministrativa e alle competenze degli amministratori delle varie realtà.
Gli enti locali sono i principali responsabili dello sviluppo dei piani territoriali di adattamento e di mitigazione dei rischi climatici, un compito che non può prescindere dall’inclusione dei residenti.
Una comunità locale è composta da varie entità: enti pubblici del territorio, le aziende e le organizzazioni professionali, le associazioni del terzo settore e le università.
Per creare piani efficaci di adattamento, è necessario il coinvolgimento degli enti. Essi conoscono le priorità del territorio, la loro inclusione aumenta le possibilità di realizzare piani efficaci e sostenibili, sensibilizzando la popolazione sui rischi.
Le comunità locali partecipano attuando delle azioni chiave come comunicare chiaramente i piani e le strategie di adattamento, raccogliere dati e feedback dalla popolazione per comprenderne le necessità e priorità. In seguito, creare delle assemblee pubbliche per raccogliere i contributi dei cittadini e organizzare occasioni di dialogo in grado di migliorare i piani.
L’obiettivo ultimo è dunque arrivare a situazioni in cui le comunità e i decisori politici possano collaborare attivamente nella progettazione e implementazione delle strategie.
Il manuale offre anche un elenco sintetico di sei fasi in cui attuare un piano di adattamento ai cambiamenti climatici
- preparare il terreno per l’adattamento
- valutare rischi e vulnerabilità climatiche
- identificare obiettivi e opzioni
- valutare e selezionare le opzioni di adattamento
- implementare le azioni e le politiche
- monitorare e valutare l’efficacia dell’adattamento
Inoltre si elencano alcuni utili principi guida per realizzare un processo partecipativo all’interno delle comunità. L’obiettivo deve essere definito chiaramente e legato a questioni di interesse pubblico.
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Il processo partecipativo deve essere annunciato pubblicamente e deve dimostrarsi trasparente riguardo all’iter decisionale che seguirà. Per esempio, la struttura e i dati raccolti dal processo devono essere condivisi con la comunità, per garantire un percorso accessibile e inclusivo.
I decisori devono poi informare efficacemente i cittadini tramite dati e informazioni rilevanti o tramite figure professionali che facilitano la gestione dei rapporti tra i vari soggetti coinvolti.
Infine, il manuale si conclude con un elenco di risorse e di allegati tecnici utili da consultare per implementare e realizzare i progetti di adattamento.
Il testo di Eurac si integra ai documenti sulla gestione dell’adattamento locale, come il Pnacc (Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici) del ministero dell’Ambiente italiano, e il Rast (Regional adaptation support tool) creato dall’Agenzia europea per l’ambiente, gestita dalla Commissione europea, avendo però il pregio di offrire una nuova e interessante prospettiva.