Risultati concreti dell’attivismo climatico: i casi Just Stop Oil e Lego

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Forte di una determinazione che non teme conseguenze, l’attivismo climatico ha intrapreso percorsi inediti, dando vita a campagne originali e concrete che, con una sfrontatezza limpida, hanno già prodotto risultati incoraggianti.

L’attivismo climatico in molti casi ha scelto la via dell’azione diretta, senza veli di ipocrisia, ottenendo un vero e proprio motore di cambiamento.

Esempio recente è legato al nuovo governo laburista del Regno Unito, che ha ribadito di voler negare nuove licenze di esplorazione nel Mare del Nord per l’estrazione di gas e petrolio off shore. La decisione è in linea con la promessa in campagna elettorale nel 2024 e con le ultime sentenze della Corte Suprema.

Senza dubbio una conquista che aiuterà a raggiungere l’impegno della neutralità climatica del Regno entro il 2050, anche se sembra non applicarsi in tutti i casi, nemmeno per nuove estrazioni.

Just Stop Oil vince la sua battaglia

Nonostante i dubbi e gli inciampi, il Regno Unito si propone come il primo Paese del G7 a impegnarsi concretamente in questa direzione.

E Just Stop Oil (JSO), il gruppo di attivisti inglesi che negli ultimi 3 anni ha imbrattato I girasoli” di Van Gogh e Stonehenge, si attesta questo risultato storico, anche se il Governo ha più volte ribadito di non aver agito seguendo le pressioni degli attivisti.

In ogni caso, forti del risultato raggiunto, JSO con la manifestazione di sabato scorso 26 aprile conclude il suo percorso di attivismo climatico, o almeno così affermano, appendendo i gilet catarifrangenti al chiodo.

Comunque la si pensi riguardo l’efficacia delle azioni dimostrative radicali, il gruppo ha permesso di puntare un faro su una questione sempre aperta ma mai davvero presa in considerazione nel discorso pubblico, obbligando la cittadinanza e i politici a dare attenzione al tema, polarizzando e semplificando, ma sicuramente aprendo una discussione.

Una speranza dal recente passato

Così nel 2014 era accaduto per Greenpeace, che con un’efficace campagna comunicativa ha spinto Lego, il colosso danese dei mattoncini giocattolo, a chiudere una collaborazione con Shell durata quarant’anni.

Nel video si può vedere un paesaggio artico realizzato con i mattoncini Lego e i suoi iconici omini gialli che, a causa delle trivellazioni, viene sommerso dal petrolio. Immagini così dirette e cristalline da non aver bisogno di spiegazioni, ma solo di una piccola variazione nel claim pubblicitario dell’azienda danese, Everything is (not) awesome.

Anche se Lego ha effettivamente chiuso le collaborazioni con Shell (dopo soli 3 mesi dall’uscita del video), rimane notevole l’impatto ambientale dell’azienda, che nonostante gli sforzi per ridurre la propria dipendenza dalle fonti fossili non ha ancora raggiunto risultati concreti soddisfacenti.

Rimangono però le ambizioni green di un colosso industriale che fonda la propria crescita su piccoli mattoncini di plastica. Reggeranno lo sforzo?