Un invito a non rimanere indifferenti e a fare rumore per una nuova società della cura, in cui difendere la terra e le vite che la abitano, e non i confini che noi stessi abbiamo creato. Per un mondo più giusto, solidale e democratico, in cui ogni voce risuoni e nessuna venga esclusa.
Il nome Primavera Rumorosa rimanda al titolo del famoso libro di Rachel Carson, Primavera Silenziosa, che denunciava la morte nelle campagne dovuta ai pesticidi.
A Roma, la settimana indetta da Extinction Rebellion Italia, movimento per la giustizia climatica, che va dal 25 Aprile al 1° Maggio, è costellata da cortei, proteste, performance artistiche e musicali. Tra queste anche il corteo delle Red Rebels.
Chi sono queste figure rosse che hanno affascinato passanti e turisti e suscitato interesse ed emozione?
Ne parliamo con Sabina Santovetti attivista e formatrice delle Red Rebels.
Come nascono le Red Rebels, quale è la loro storia?
Le Red Rebel fanno la loro prima comparsa nel 2019 a Londra. Nascono da un’intuizione di Doug Francisco e Justine Squire artisti di strada, con una formazione da mimi, dell’Invisible Circus di Bristol.
La Red Rebel Brigade si è ora espansa con gruppi che si stanno formando in molti paesi diversi del mondo e ha come obiettivo quello di supportare e accompagnare le azioni dei movimenti che lottano per la difesa della Terra.
I due artisti, a loro volta, si sono ispirati al Butoh Theater, teatro nato dopo Hiroshima e Nagasaki. Un teatro muto, che scaturisce dalla disperazione profonda dello scenario post atomico. Le Red Rebels rappresentano esseri mitici, eterei, ultraterreni. Un tipo di arte performativa e dimostrativa che ha un forte potere comunicativo, commuove e trascina, attrae e ispira la gente.
Ci sono delle prerogative per partecipare?
Tutte e tutti possono aderire ma è necessario seguire una formazione. Dovendo impersonare figure mitologiche e non umane, il volto è completamente dipinto di bianco e la pelle non deve vedersi, tutto il corpo è coperto da veli rossi. La gestualità è evocativa e lenta.
Negli anni alle Red Rebels si sono aggiunti altri personaggi: neri che simboleggiano il petrolio, blu che simboleggiano l'acqua del mare e le anime bianche che simboleggiano i morti, tutte rivisitazioni del Teatro Butoh e del mimo.
Altra potente simbologia è il fatto che le Red Rebels non sono mai sole, ma sempre in gruppo, rappresentazione dell’interconnessione e dell’interdipendenza tra ogni elemento di Natura.
Come si è svolta l’azione di domenica? Quale è stato il riscontro del pubblico?
Il corteo è iniziato dalla Bocca della Verità, creando un’atmosfera magica e sospesa come se Roma, caotica e rumorosa, per un attimo si fosse fermata. Si è creato un contrasto tra la frenesia della città e la lentezza.
Turisti e passanti si avvicinavano incuriositi, e chiedevano agli attivisti che ci seguivano che cosa facessimo. E’ stato un ottimo modo per comunicare e avvicinare le persone all’urgenza dell’azione.
Infine a Piazza Ugo La Malfa, abbiamo raggiunto ragazze e ragazzi distesi a terra, in un die in. Le Red Rebels passavano tra loro, mostrando con la gestualità disperazione, empatia, supplica. I movimenti al rallentatore si sono poi improvvisamente fermati in un “tableaux” ipnotico, sfruttando l’architettura esistente, in una specie di quadro istantaneo.
Al termine i figuranti si sono lentamente rialzati al grido “come gli oceani si sollevano ci solleviamo noi”. Un momento toccante e simbolico.